Thiago contro il tempo. Big in uscita, Milan alle porte Un altro Bologna da inventare

Il campionato incombe e il mercato fin qui ha lasciato molte lacune nella rosa: come un anno fa, al tecnico il compito di compiere una rivoluzione in fretta.

di MASSIMO VITALI
14 agosto 2023
Big in uscita, Milan alle porte  Un altro Bologna da inventare

Big in uscita, Milan alle porte Un altro Bologna da inventare

di Massimo Vitali

Via il motore del centrocampo (Schouten). Il centravanti titolare (Arnautovic) sull’uscio, ormai a un passo dall’Inter. Un ex esterno d’attacco titolare (Barrow) che a breve dovrà trovarsi una nuova casa. L’ultimo arrivato sulla fascia (Ndoye) che ha fatto un solo allenamento col gruppo.

E in entrata, a stretto (si spera) giro di posta, un terzino sinistro, un centrocampista che colmi la falla apertasi con l’uscita di Schouten, un centravanti (al posto di Arnautovic) e un paio di esterni d’attacco, sempre nell’ipotesi che Orsolini resti. Sperando di non dover andare a caccia a fine mese anche del sostituto di Dominguez, qualora l’argentino venisse ceduto.

La sostanza è che per Motta ‘agosto, stabilità non ti conosco’. A Casteldebole, dopo settimane di mercato bloccato dalle mancate cessioni di chi si riteneva che avesse maggiore appeal (segnatamente Orsolini, Dominguez, Barrow e Van Hooijdonk), s’annuncia una rivoluzione in piena regola, nei giorni che precedono, e accompagnano, il via del campionato. E’ un po’ come se a Motta si chiedesse di fare di nuovo, in poche settimane, l’impresa che gli è riuscita più o meno un anno fa nello stesso lasso di tempo.

Ricordate? Thiago s’insediò sulla torretta di Casteldebole (come noto non è una metafora) all’inizio di settembre, prendendo il posto di un Mihajlovic sollevato dall’incarico e sostituito, con la Fiorentina, dal traghettatore Vigiani. Motta sbarcò sul pianeta di Casteldebole e subito cambiò il modulo. Nelle prime tre partite (Empoli, Juventus e Sampdoria) non cavò un ragno dal buco, mentre la quarta (col Napoli) al netto della sconfitta fu invece già una promessa di calcio convincente. Morale: quattro partite, che per la cronaca fruttarono un solo punto, bastarono all’italobrasiliano per rivoltare il Bologna come un calzino inaugurando la cavalcata che a maggio si è conclusa col nono posto e i 54 punti. ‘Speedy’ Thiago (massimo risultato in pochissimo tempo) fece l’impresa e ora è chiamato a fare il bis. Ma con una differenza sostanziale: allora il verbo di Motta per il gruppo era un codice sconosciuto, che andava completamente, e possibilmente in modo rapido, assimilato. Oggi invece lo spogliatoio mastica perfettamente il suo sistema di lavoro, ne conosce i metodi e le declinazioni, ma soprattutto la filosofia che ne è alla base.

Ora: se cambi in corso due pedine fondamentali come il perno del gioco e il centravanti titolare, oltre ad aver fatto tutto il precampionato senza il terzino sinistro e i due esterni d’attacco titolari, non è scontato che i calciatori che erediteranno il testimone saranno subito pronti. Di questo Motta è ben consapevole ed è la ragione per cui, fin dalle prime parole in libertà di Valles, ha reclamato a gran voce qualità e rinforzi, venendo solo in parte accontentato. Però il tecnico sta anche toccando con mano i progressi del gruppo e gli automatismi consolidati del gioco, elementi che lo fanno essere fiducioso nonostante l’incertezza che regna sul mercato ("so che da qui alla fine può succedere di tutto", ha detto venerdì notte, dopo la fatica di Coppa col Cesena).

Tra gli elementi che oggi placano la sua sete (che basta un attimo per tramutarsi in ansia) di allenatore c’è, per esempio, la fiducia in Beukema, che in poche settimane lo ha già conquistato, e le tracce di crescita che comincia a intravedere in El Azzouzi. Dopodiché tutto e subito, ovvero trovare la quadra in un amen quando il gruppo sarà stato completato, non è un’impresa scontata. Specie se nelle prime cinque giornate di campionato tocca sfidare, tra gli altri, Milan, Juventus e Napoli.

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