Thiago in lacrime dimentica Saputo e il club: "I giocatori sanno perché non rimango"

Il tecnico: "Lascio amore e passione. Sono un uomo molto felice che si porterà Bologna nel cuore. Il futuro? Adesso mi riposo"

di MASSIMO VITALI -
25 maggio 2024
Thiago in lacrime dimentica Saputo e il club: "I giocatori sanno perché non rimango"

Thiago in lacrime dimentica Saputo e il club: "I giocatori sanno perché non rimango"

Fine corsa, Thiago scende. Con una lacrima furtiva e la squadra che lo festeggia in mezzo al campo. Poi c’è l’altra faccia della medaglia, quella della città che grida al tradimento e non digerisce anche la ‘non partita’ di ieri al Ferraris.

Dove sta la verità? "Ho dato tutto, fin dal giorno in cui sono arrivato a Bologna – dice Motta –. Ricordo dove eravamo e dove siamo arrivati. E questo grazie a questi splendidi ragazzi, che porterò sempre nel cuore, insieme alla città".

Squadra e città: pochi riferimenti al club, nessuno a Saputo e nessuno ai dirigenti. Gelo su tutta la linea, segno che il divorzio è stato brusco, al di là delle ragioni che lo hanno determinato. Cosa lasci a Bologna?, chiedono a Thiago.

"Lascio l’amore, la mia passione, la mia ambizione e il rispetto che io e il mio staff abbiamo sempre avuto per le persone che hanno lavorato con noi. Penso ai miei giocatori: voglio bene a ognuno di loro. Per loro sarò sempre un padre, un amico, un fratello maggiore: succede con tutti i ragazzi che ho allenato, a cominciare da quelli delle giovanili del Psg".

Obiezione facile: se c’è tutto questo amore allora perché abbandonare Bologna? E qui Motta va via in dribbling: "Oggi è il mio ultimo giorno da allenatore del Bologna, ma contano poco i motivi per cui non rimango. Ho preso la decisione di non rimanere, certo, e ho spiegato i motivi ai miei giocatori, ragazzi che hanno capito e rispettato la mia decisione. Insieme abbiamo portato il Bologna in alto e questo è quello che resta e che conta".

Davanti ai microfoni di Sky gli si inumidiscono gli occhi e pare più una reazione vera che l’ultima commedia per spiegare un addio doloroso, soprattutto per chi in questa storia è stato lasciato: i tifosi.

Eccoli, ci sono anche loro nel ventre di Marassi. "Due giorni fa – prosegue – abbiamo fatto una bellissima festa in città, ho visto la gioia negli occhi dei bambini di otto anni come degli ottantenni. Questo è stato bellissimo e lo porterò sempre con me".

Muro di gomma, Motta, quando gli fanno notare che una parte maggioritaria di città si sente tradita dalla sua scelta di abbandonare. "Volete portarmi in una polemica che adesso non c’è – svicola il tecnico –. Io quando giro per strada incontro solo tifosi che dimostrano di volermi bene: loro ne vogliono a me e io ne voglio a loro. Oggi sono un uomo molto felice, che si porterà tutto questo nel cuore".

Oggi un uomo felice, domani l’allenatore della Juve. Anche qui Motta alza il muro: "Il futuro conta poco adesso: l’unica cosa che voglio davvero fare è riposarmi. Andrò a Barcellona, non so se in aereo o in moto, a trovare i miei genitori, e poi a Cascais con la famiglia".

E intanto il Bologna cercherà il sostituto, aprendo il casting. Italiano resta in pole, ma bisogna aspettare che la Fiorentina chiuda la sua stagione. Vale anche per Palladino e Di Francesco, altri due nomi sul piatto. Sarri invece è libero, così come da un paio di giorni Pioli. Il futuro è adesso.

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