Thiago, nessuna vertigine. "Che bella la pressione, non guardo la classifica»

Motta verso Lecce: "Gli avversari ci studiano, per noi è una motivazione in più. Il mio futuro? Non ho parlato con Saputo, ma se ci saranno novità lo saprete".

di MASSIMO VITALI -
2 dicembre 2023
"Che bella la pressione, non guardo la classifica"

"Che bella la pressione, non guardo la classifica"

Prove di futuro con Saputo? "Con il presidente non ci siamo parlati". La classifica sfavillante? "Non la guardo".

Il pressing della piazza che vorrebbe legarlo a vita a Casteldebole?

"A dire il vero i tifosi che incontro mi parlano solo della prossima partita...".

E’ il minimalismo, stravincente, di Motta. Un protocollo, o forse una regola, che da un anno a questa parte ha cambiato in meglio la vita del Bologna. Quinto posto in classifica? A Casteldebole, giura l’italobrasiliano, passa tutto liscio come l’olio. Anche se qualcosa è cambiato, eccome, nella percezione che il campionato ha del Bologna. "Gli avversari adesso ci guardano di più – ammette Motta –. Ma questo ci deve spingere a essere ancora più concentrati nel nostro lavoro quotidiano. Quanto alle pressioni, c’è chi le soffre e chi invece ne ha bisogno per rendere al meglio: io sono dell’idea che se fai questo mestiere le pressioni sono belle".

Pressioni benefiche sì, i pensieri troppo proiettati sul futuro sono invece da tenere alla larga. Ma non per obbedire al primo comandante del mottismo, secondo cui ‘la partita più importante è la prossima’: più semplicemente, "perché ci sono persone che trovano soluzioni nel presente pensando al futuro, ma io non sono così. La programmazione va bene, ma innanzitutto io vivo il presente: anche perché senza far bene oggi il futuro diventa molto opinabile".

Da un punto di vista logico è un ragionamento che non fa una piega. Da un punto di vista di strategia comunicativa, invece, è un eccellente escamotage per spostare a data da destinarsi la risposta al Domandone di Casteldebole: Motta quando firmerà il rinnovo di contratto?

Zero novità e solito disco: "Quando ci saranno novità lo saprete".

Ma intanto anche novembre se n’è andato e la proposta del club giace da mesi. Non è una considerazione che possa scalfire le granitiche convinzioni di Motta. Testa al Lecce dunque: "I nostri avversari sono veloci e hanno esterni rapidi e di qualità: noi dovremo fare quello che sappiamo, essere vigili e attenti. Il Lecce è una squadra molto ben preparata da un tecnico di esperienza".

E il pensiero corre a Roberto D’Aversa, uno che forse perfino più di Di Francesco al Frosinone sta facendo le nozze coi fichi secchi: e in ogni caso coi fichi dell’orto, sempre ben fornito, di Pantaleo Corvino. Il resto è una carezza al gruppo ("dietro il gol di Fabbian c’è il lavoro di tutti") e una al preparatore atletico ("Colinet ha un’esperienza maturata ad alti livelli al Psg, ma non è il solo a lavorare sulla preparazione").

Pennellata finale sul patriarcato, per molti all’origine della violenze contro le donne. "Il patriarcato nel calcio – dice Thiago –? No, non deve esistere. Così come nella società non deve esistere la violenza, specie quella contro le donne. Ho tre figlie, una moglie e una madre e vorrei vivere in una società civilizzata".

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