Un Bologna a due facce. Castro, Cambiaghi e Orso vanno. L’attacco è già pronto per l’Udinese. Ma in difesa c’è bisogno di rinforzi

Tutti a segno nel tridente che dovrebbe partire titolare al debutto in campionato: più indietro Dallinga. L’Asteras mette però a nudo i limiti di una retroguardia dove Beukema da solo soffre. Tocca al mercato. .

di MASSIMO VITALI -
1 agosto 2024
Castro, Cambiaghi e Orso vanno. L’attacco è già pronto per l’Udinese. Ma in difesa c’è bisogno di rinforzi

Tutti a segno nel tridente che dovrebbe partire titolare al debutto in campionato: più indietro Dallinga. L’Asteras mette però a nudo i limiti di una retroguardia dove Beukema da solo soffre. Tocca al mercato. .

dall’inviato

BRESSANONE (Bolzano)

Lo show di Castro, l’inconsistenza di Dallinga (più che giustificabile: l’olandese è qui solo da una settimana), la vivacità degli esterni d’attacco, la scena muta della difesa. Tra il Bologna e i greci dell’Asteras finisce 3-3, un risultato che contiene già il duplice significato del test di Bressanone, ovvero bene la fase offensiva rossoblù, trascinata da un Castro in versione bomber vorace (e verace), male quella difensiva, dove i 77 minuti da titolare giocati da un Ilic in perenne difficoltà hanno quasi l’aria di un messaggio di Italiano agli uomini mercato rossoblù: fate presto a tappare le falle che si sono aperte in difesa.

Se così fosse, come dar torto al tecnico rossoblù? Ieri era ancora calcio di luglio ma oggi è già agosto e tra diciassette giorni c’è il debutto in campionato al Dall’Ara con l’Udinese. Nessun campanello d’allarme, che di questi tempi sarebbe negatività pura: solo un ‘post it’ appeso alla scrivania di Sartori e Di Vaio.

Dopodiché c’è anche il bicchiere mezzo pieno e si chiama Santiago Castro, vero protagonista delle sfide in Val Pusteria. Dopo la doppietta al Caldiero, formazione di Lega Pro, ecco la prova di forza con una squadra che a maggio è arrivata settima nella serie A greca. ‘Santi’ annusa la porta da ogni posizione del campo, non dà punti di riferimento a chi lo marca ma evidentemente ne dà a Orsolini, che al 13’ lo pesca nel cuore dell’area con un cross da manuale del calcio di Italiano: stop orientato di destro e sinistro velenoso chirurgico che cancella lo svarione iniziale della difesa rossoblù, perforata da un ispiratissimo Bartolo.

Il problema è che la coppia centrale Beukema-Ilic è tenera come un grissino e non è che Corazza sulla corsia sinistra combini tanto di meglio. Dietro si nota solo la solidità di Posch, che però predica nel deserto. E ringraziare che Skorupski sia in giornata di grazia, con tre interventi salva-risultati che ne fanno, insieme a Castro, il migliore in campo dei suoi.

Gli esterni si diceva. Se il sigillo del 2-1 di Cambiaghi nel primo tempo è in gollonzo da posizione improbabile frutto del caso, buone cose fa vedere nel resto della sua partita l’ex attaccante dell’Empoli. E poi c’è Orso: una garanzia. Suo l’assist per il gol di Castro, ma suo soprattutto il sinistro a giro, specialità della casa, che al 63’ picchia sul palo interno depositandosi in rete e strappando un’ovazione ai quasi mille spettatori, quasi tutti di fede rossoblù. Italiano passa dal 4-3-3 del primo tempo al 4-2-3-1 della ripresa, con Odgaard sotto punta alle spalle di un Dallinga in versione fantasma. Odgaard incide, e con una zuccata fa tremare la traversa, Ndoye appare già pimpante (più anonimo Freuler): ma la squadra si allunga troppo esponendo il fianco alle letali ripartenze dei greci, in gol con Munoz e Adam. Morale: c’è tanto da lavorare sul campo e abbastanza sul mercato.

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