Un Thiago al bacio. "Mia figlia mi ha caricato. Che bello far gioire i tifosi. Mi godo questo presente»

Il tecnico e la cabala familiare: "Sophia mi ha mandato un messaggio pre-partita". Sulla gara: "La gestione della ripresa non mi è piaciuta, l’ho detto negli spogliatoi". Sul futuro la solita risposta: "Preferisco vivere appieno questo momento magico".

di MASSIMO VITALI -
2 aprile 2024
"Mia figlia mi ha caricato. Che bello far gioire i tifosi. Mi godo questo presente"

"Mia figlia mi ha caricato. Che bello far gioire i tifosi. Mi godo questo presente"

Dedicato a Sophia, la più grande delle tre figlie. "Questa mattina mi ha mandato un messaggio – rivela Thiago– cosa che non fa mai prima della partita. Mi ha fatto gli auguri, è arrivata una vittoria e alla fine, uscendo dal campo, le ho mandato un bacio". La felicità è anche questo: vedere una famiglia al completo che salta di gioia in tribuna insieme ai ventisettemila del Dall’Ara. "No, mia figlia non mi ha chiesto l’Europa...", scherza Motta in sala stampa.

La figlia no, una città intera sì. E ad ogni piccola impresa che si aggiunge alla collezione della magnifica annata rossoblù l’Europa, pardon la Champions, si avvicina. Thiago però non abbocca: "Preferisco godermi il momento e guardare a quello che di bello, per noi e per la nostra gente, stiamo facendo. Tutto il resto conta poco adesso: conta di più recuperare le energie e preparare al meglio la gara col Frosinone".

Solito Bologna sontuoso, solito disco di Motta: ma se il giochino funziona perché cambiare? Thiago però i suoi calciatori li ruota tutti, anche pescandoli dal (quasi) dimenticatoio: vedi Ravaglia e Lykogiannis. "Io guardo agli allenamenti – taglia corto – e poi faccio le scelte".

Guarda anche alla fattura dei gol e quello di Lykogiannis gli è particolarmente piaciuto. "Vedere un difensore che va in attacco, entra dentro il campo e segna è una grande soddisfazione – ammette il tecnico –. Ma sono stati belli anche gli altri due gol. Senza dimenticare la fase difensiva, in cui tutti sono stati bravissimi". E infatti, per lodarli, li cita tutti per nome: "Federico, Stefan, Jhon, Remo, Riccardo...".

Ecco su Riccardo, alias Calafiori, è doveroso porre l’accento: altra prestazione a tutto campo da calciatore completo, altro tassello nella costruzione di un campioncino in divenire. Per agevolarne il percorso Motta si sente in dovere di fare una precisazione: "Nei giorni scorsi ho detto che a me piacciono i calciatori in grado di interpretare tanti ruoli come Calafiori: ed è vero. Ma per me Riccardo oggi è un difensore centrale sopra la media. Poi è in grado di fare bene anche il centrocampista e il terzino ma, lo ripeto, oggi lo vedo come centrale sopra la media". E sa tanto di messaggio occulto al cittì Spalletti, che difficilmente a giugno in Germania potrà rinunciare a questo Calafiori. Motta oggi ha altri pensieri: chessò, la Juve terza in classifica a soli due punti. Niente da fare: "Io mi godo il presente".

E si gode una tifoseria che sogna ad occhi aperti: "Giochiamo per noi ma anche per le persone che vivono questi sentimenti e che ci vengono a vedere. Ai tifosi vogliamo portare allegria". Allegria e maniacale perfezione. Giusto per non farsi mancare una mezza critica: "Nel secondo tempo non abbiamo gestito al meglio il doppio vantaggio, non siamo stati nella loro metacampo facendo le cose che sappiamo e dobbiamo fare. Poi capisco il momento, ma ne ho parlato ai ragazzi nello spogliatoio".

Però non dategli del noioso. "So che in settimana nel corso di una serata hanno fatto una mia imitazione e mi sono molto divertito nel guardarla – ammette –. Ma non dite che sono noioso, perché non è vero: anch’io so prendermi i miei momenti in famiglia. Stasera andrò al cinema con mia figlia". Dopodiché testa allo Stirpe.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su