Like o non like: decidono i tifosi

Club condizionati nelle scelte

di PAOLO GRILLI -
8 maggio 2024
L'allenatore spagnolo Julen Lopetegui

L'allenatore spagnolo Julen Lopetegui

Roma, 8 maggio 0224 – Le squadre appartengono ai tifosi, recita un vecchio adagio del calcio fondato su un incontestabile dato di realtà: senza la passione condivisa da tanti, senza un sostegno costante che diventa anche economico tra diritti tv, merchandising e biglietti, ogni società poggerebbe le proprie fondamenta – solo e freddamente – sulle disponibilità momentanee del patron di turno.

Ma fino a che punto chi si vota anima e corpo al club del cuore ha diritto di deciderne le sorti, indirizzando di forza le scelte del club in fatto di uomini? La nomina di figure apicali non spetterebbe a chi ha la responsabilità di progettare il futuro di un team?

La recente alzata di scudi social del popolo rossonero contro l’arrivo di Lopetegui ripropone l’interrogativo. Non sempre le sensazioni ’di pancia’ hanno il potere di vedere lontano. Lo stesso Pioli non aveva generato un entusiasmo memorabile arrivando al Milan all’inizio del 2019. Salvo poi ergersi a condottiero ’on fire’ con tanto di scudetto. E Allegri, approdando alla Juve nel 2014, non pareva ai più quel guru che avrebbe instaurato un dominio di cinque stagioni. Si diventa grandi allenando, come ha dimostrato Inzaghi.

Quella della pazienza è una virtù che va coltivata a ogni livello. Ma oggi, in un mondo dello sport che non contempla una scala di grigi – o trionfi o sei uno sconfitto dolente – la patente di vincente è l’unica a sciogliere la diffidenza di supporters sempre più esigenti. Ecco perché tutti, alla fine, vogliono Conte.

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