Claudio Gentile, compie 70 anni il ‘calciatore operaio’ eroe di Spagna ‘82

Simbolo di un’Italia che ce l’ha fatta, ha vinto da calciatore e da allenatore. Indimenticabile anche il trionfo europeo con gli azzurrini dell’Under 21: dalle gioie alle polemiche con la Federazione

di GABRIELE TASSI -
27 settembre 2023
Claudio Gentile in maglia azzurra

Claudio Gentile in maglia azzurra

Roma, 27 settembre 2023 – "Il calcio non è per il ballerini”, Così Gentile ‘annullò’ Dieguito. Settant’anni oggi del mastino della difesa per eccellenza, marcatore inesorabile ed eroe del ‘mundial’ 82 capace di fermare Maradona in quella storica partita, vinta 2-1 contro l’Argentina. Ma Claudio Gentile è soprattutto il simbolo di un’Italia che ce l'ha fatta, l’icona di chi ce la mette tutta, la fotografia della dedizione che vince sul talento puro. 

Grinta e cattiveria agonistica, affinate giocando a pallone con gli amici fra i vicoli di Tripoli, cresciuto in un calcio improntato sulla marcatura a uomo. Definito come un “irriducibile combattente”, nel 2007 è stato inserito dal quotidiano inglese The Times all'ottavo posto nella classifica dei calciatori più rudi di tutti i tempi. Nonostante questo, ha ricevuto una sola espulsione in carriera, peraltro per somma di ammonizioni.

La carriera da giocatore

Sì, il tempo passa anche per uno dei migliori terzini della storia, capace di fare la guardia alla porta con i denti affondati nel polpaccio degli attaccanti. E che compagni: Zoff, Cabrini e Scirea: della serie, ‘di qui non si passa’.

Nel suo album dei ricordi non ci sono solo la Nazionale (vestì 71 volte la maglia azzurra in 2 mondiali) e l’ambita coppa, ma spiccano anche undici stagioni da protagonista con la maglia della Juventus. Sei scudetti, due coppe nazionali, una coppa delle coppe, una coppa Uefa, e una finale di Champions. 

L’infanzia

Nato e cresciuto a Tripoli (fino all’età di 8 anni), gli venne affibbiato il soprannome di Gheddafi (che lui detestava). Il suo ritorno in Italia è datato 1961, quando il padre capì che qualcosa per gli italiani stava cambiando in Libia, e partì alla volta di Brumate, nel Comasco

L’amore con il calcio giocato sboccia proprio in Italia. Gentile è ancora solo un ragazzino che in estate raccoglie e consegna la frutta, ma quando – quasi per gioco – accompagna un amico al provino per il Como viene notato da alcuni talent scout. Ma è a Novara, nella stagione ‘71-’72 che inizia la sua carriera.

La carriera da allenatore: il successo con l’Under 21

Bravo anche in panchina Gentile: da Tardelli eredita il ruolo di ct dell’Under21 azzurra. Nel 2002 si spinge fino alla semifinale degli Europei, vincendo poi l’edizione successiva. Impresa che ancora a nessun tecnico è riuscita. Quella squadra era una vera e propria fucina di talenti: Barzaglio, Bovo, De Rossi e Gilardino.

La polemica con la federazione

Con gli azzurrini, il ct non colleziona solo un Europeo, ma anche una medaglia di bronzo ad Atene, salvo poi concludere la propria avventura nel 2006. La speranza era quella di allenare la Nazionale maggiore dopo la vittoria di Lippi ai mondiali, ma.. “Nessuno mi ha cercato e io non sono andato a bussare alla porta di nessuno – diceva il ct in un’intervista ad Avvenire -. I club, quellì si tanti mi hanno contattato, dall’Argentina, dalla Grecia, dal Portogallo, dall’Africa… Ma ho sempre declinato l’offerta per un motivo semplice, perché, mi chiedevo e mi chiedo ancora adesso, non posso allenare nel mio Paese?

La carriera politica sfiorata

C’è anche una (quasi) grossa parentesi politica nella vita dell’ex terzino azzurro. Nel 2018 era tra i papabili del Movimento 5 stelle per ricoprire il ruolo di ministro dello Sport. Ma lui rifiutò con eleganza: “Non ho la presunzione di fare il ministro, la politica l’ho sempre tenuta molto distante”.

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