Corsa scudetto, la pausa fa male. Zielinski, Guendouzi e McKennie. Quanti infortuni con le nazionali

Problemi anche per Chukwueze, Lobotka e De Winter, stagione finita per il giovane talento Carboni. L’allarme del dottor Castellacci: "L’aumento delle partite è un rischio per la salute dei calciatori".

di LUCA MIGNANI -
17 ottobre 2024
Zielinski, Guendouzi e McKennie. Quanti infortuni con le nazionali

Altro giro, altri regali. Tutt’altro che graditi. Perché chiusa la pausa per le nazionali si apre la conta dei “feriti”. Sempre più temuta, la sosta. Anzi, il sostare per un tempo più o meno lungo in un luogo, da definizione Treccani. Ecco, in quel "più o meno lungo" c’è di mezzo un mondo. Lo sanno bene gli ultimi nomi che si sono aggiunti alla lunga lista. Piotr Zielinski, tra questi: impegnato martedì con la Polonia contro la Croazia, è uscito anzitempo. "Ho sentito un fastidio, spero non sia nulla di grave": il timore, per l’interista, è quello di una nuova lesione alla coscia. Accertamenti, oggi, al rientro ad Appiano. Sull’altra sponda del Naviglio, problema al bicipite femorale emerso con la Nigeria per Chukwueze: dovrebbe essere comunque a disposizione per la partita con l’Udinese.

E avanti: forte trauma contusivo al mignolo del piede per Guendouzi con la Francia, il laziale rischia di saltare la partita con la Juventus che invece non avrà McKennie (affaticamento muscolare rimediato con gli Stati Uniti). E ancora: Lobotka preoccupa il Napoli (distrazione di primo grado del semitendinoso sinistro, salta Empoli e Lecce). Acciaccati anche Oliveira e il genoano De Winter. Su tutti, purtroppo, ha pagato dazio Valentin Carboni, la “stellina“ 19enne in prestito al Marsiglia di proprietà Inter, che con l’Argentina si è rotto il crociato. Stagione finita, per lui. Stagione che riparte, per quasi tutti, con tanti dubbi. In quella appena alle spalle sono stati registrati 4.123 infortuni nei cinque principali campionati europei (Inghilterra, Spagna, Germania e Francia oltre all’Italia): +4% rispetto alla precedente, +5% di costi per i club (732,02 milioni di euro).

"L’aumento del numero delle partite rappresenta innegabilmente un rischio molto serio per la salute del calciatore", le parole del professor Enrico Castellacci, ex medico della Nazionale: è l’allarme (ri)lanciato da Lamica, la libera associazione dei medici italiani del calcio. Gli esperti parlano a chiare lettere di "eccesso di esposizione al gioco che porta immancabilmente a un logoramento patologico a grave danno delle articolazioni". Tant’è.

Si torna a giocare. In 23 giorni, minimo 5 partite e massimo 7 per le squadre impegnate nelle competizioni europee, prima della nuova sosta. In primis il campionato: dall’ottava alla dodicesima giornata, cinque big match assoluti. Si parte sabato, alle 20.45, con Juventus-Lazio. E domenica, alla stessa ora, Roma-Inter. Altra giornata, altri big match: domenica 27 ottobre alle 18, a San Siro, Inter-Juventus. Tutt’altro che trascurabile anche la sfida che poco meno di tre ore dopo andrà in scena al Franchi: Fiorentina-Roma. A seguire, dopo una settimana “spezzata“ da Champions, Europa League e Conference, si gioca ancora infrasettimanalmente. Il clou martedì 29 ottobre alle 20.45: Antonio Conte torna al Meazza per Milan-Napoli.

L’attuale capolista protagonista anche domenica 10 novembre al Maradona per un altro amarcord del proprio allenatore: da uno mancato (quello col Milan) a uno reale (per lui e Lukaku) contro l’Inter alle 20.45, in una giornata caratterizzata anche dal derby della Mole. Poi, altro giro e altra sosta: stop (si fa per dire) dall’11 al 19 novembre. L’Italia di Spalletti sarà impegnata in Nations League giovedì 14 in Belgio e domenica 17 a Milano contro la Francia. Per allora, dita incrociate. Per ora, bentornato campionato.

Per molti, ma non per tutti.

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