Dalle panchine al prossimo rilancio. Bivio Milan-Leao: se non ora, quando?
Ibrahimovic ieri a Milanello, la società fa quadrato attorno al giocatore fin qui “bocciato“ da Fonseca
Ritorno al futuro. Con Leao al centro del tutto. Se non ora, quando? Prima la panchina per tutta la partita contro l’Udinese: non succedeva dal lontano dicembre 2021. Poi la sostituzione al quarto d’ora della ripresa col Bruges. Infine una seconda panchina con il Napoli e l’ingresso per una mezz’oretta. Cronaca dell’ultimo perid(acci)o. Pubblicamente, le ultime tracce portano alle parole di Fonseca: "Non c’è conflitto tra noi. È un’ opzione a disposizione. Cerco di motivare i giocatori con diverse modalità. Tutti devono fare il meglio per la squadra: non devo pregare per questo". E ai post di Leao: foto in allemanento insieme a Theo Hernandez con cuoricino. Ma a Milanello, ieri, è ricomparso Zlatan Ibrahimovic: un segnale di presenza della società. Idem per il padre Antonio e l’entourage, a San Siro martedì sera. Per vedere qualche giocata delle sue, qualche scatto, ma anche qualche camminata.
Su e giù, più che altro giù nell’ultimo periodo. Lo dicono antipatici numeri: 11 presenze, un gol e 4 assist. Per trovare di peggio, in totale, bisogna tornare alla sua prima stagione al Milan, da 20enne: 7 gare, una rete e un passaggio vincente. I centri a fine ottobre nelle stagioni successive: 3, 5, 6, 3. Va meglio con gli assist: meglio solo rispetto alle prime tre annate però (1, 3, 2), non alle ultime due (8, 4). Fonseca, fresco di panchina rossonera, era andato a “presentarsi“ al connazionale in Germania, durante gli Europei. Da un altro ritiro, più recente, era invece arrivata la discutibile frase di Rafa: "Nel Portogallo ho il sostegno di tutti e l’allenatore ha fiducia in me". L’altro allenatore, Paulo, lo ha difeso, “panchinato“, difeso nuovamente, “panchinato“ nuovamente. "Nessun caso, nessun problema", il ritornello. Ma torna alla mente una frase, riferita soprattutto ai fatti del Franchi (lo “scippo“ dei rigori da parte di Theo Hernandez, poi espulso, Tomori, Abraham): "Se abbiamo un problema non me ne frega un c... del nome del calciatore".
Il problema c’è, se quanto meno uno dei migliori talenti della rosa, a cui il tecnico ha anche dato la fascia di capitano, finisce in panchina due volte. E per di più nella sfida scudetto, in un Diavolo già privo di altre stelle quali Pulisic, Reijnders, Theo Hernandez (oltre ad Abraham e Gabbia). Il problema c’è. Tattico-caratteriale. C’è. Si tratta del giocatore più pagato, peraltro: 6,5 milioni più bonus. E dalla Spagna riferiscono che il Barcellona sarebbe tornato a farci un pensierino. Il Milan ha il coltello dalla parte del manico: contratto fino a giugno 2028, clausola da 175 milioni che vale solo i primi quindici giorni di luglio, poi bisogna chiamare in via Aldo Rossi. Si vedrà. Intanto si rivedrà Rafa in campo. A Monza, con vista Madrid. In campionato il -11 (con una gara in meno) pesa. In Champions una sola vittoria resta un bottino magro alla vigilia dello scontro con Ancelotti. Altro bivio, altra svolta attesa. Per il Milan di Fonseca. E per Leao stesso.
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