D’Aversa, la testata choc. Il tecnico colpisce Henry e il Lecce medita l’esonero. Maxi squalifica in arrivo

I giallorossi si arrendono al Verona e dopo il fischio finale scoppia il caos. Il mea culpa dell’allenatore: "Non è stato un bel gesto, volevo dividere gli altri". E il club prende le distanze: "Comportamento contrario ai valori dello sport". .

11 marzo 2024
Il tecnico colpisce Henry e il Lecce medita l’esonero. Maxi squalifica in arrivo

Il tecnico colpisce Henry e il Lecce medita l’esonero. Maxi squalifica in arrivo

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VERONA

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(4-3-3): Falcone 6; Gendrey 6, Baschirotto 5.5, Pongracic 6, Gallo 6.5 (25’ st Dorgu 6); J. Gonzalez 6, Ramadani 5.5 (35’ st Blin sv.), Oudin 6 (35’ st Pierotti sv.); Almqvist 5.5 (15’ st Piccoli 5.5), Krstovic 5.5, Banda 6 (25’ st Sansone 6). Allenatore: D’Aversa 6

VERONA (4-2-3-1): Montipò 6; Tchatchoua 5.5 (13’ st Centonce 6), Magnani 6, Coppola 6, Cabal 6; Duda 6, Serdar 6.5 (30’ st Dani Silva 6); Folorunsho 7, Suslov 6.5 (41’ st Henry sv.), Lazovic 6 (30’ st Mitrovic 6); Noslin 6 (13’ st Swiderski 6). Allenatore: Baroni 6.

Arbitro: Chiffi di Padova 6.5.

Rete: 17’ pt Folorunsho

Note: Espulsi dopo il fischio finale Henry (Verona) e D’Aversa (Lecce) . Ammoniti: Banda, Sansone, Pongracic, Tchatchoua, Dani Silva.

Burrasca in campo al Via del Mare, il Lecce perde la gara ed il suo tecnico Roberto D’Aversa perde il controllo dopo la sconfitta in casa contro il Verona. L’allenatore giallorosso è stato espulso dall’arbitro Chiffi dopo una testata rifilata all’attaccante Thomas Henry, nel parapiglia finale scatenatosi dopo il fischio finale (anche se l’allenatore nega ci sia stata premeditazione e parla di un contatto). Dietro l’angolo c’è una maxi-squalifica da parte del giudice sportivo, ma sarebbe nell’aria anche l’esonero da parte del club, che "condanna il gesto del proprio allenatore in quanto contrario ai principi ed ai valori dello sport". D’Aversa è stato anche contestato dalla curva nord. Nonostante il mea culpa di D’Aversa. "C’è stato un finale concitato, già negli ultimi minuti di partita quando ci sono state delle provocazioni. Non volevo che i miei ragazzi prendessero delle squalifiche o simili, siamo venuti a contatto io e Henry: il gesto non è stato bello da vedere, ma la mia intenzione era di dividere gli altri. Si è trattato di un contatto fisico, di un pessimo esempio, di un’immagine antisportiva figlia della grande tensione e dell’adrenalina che però non devono e non vogliono essere mie scusanti né attenuanti".

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