"Debiti e stadi, i nostri club sono a rischio"

A Bologna gli ’Stati Generali’: Gravina punta il dito sui conti in rosso, il presidente di Lega Casini chiede un piano Marshall per gli impianti

di MASSIMO VITALI -
8 ottobre 2024
"Debiti e stadi, i nostri club sono a rischio"

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ieri a Bologna al convegno promosso dall’Università (Schicchi)

"Un piano Marshall per gli stadi, che vanno trattati come strutture di rilevanza nazionale", invoca il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini. "Dobbiamo abbattere l’indebitamento e aumentare la patrimonializzazione dei club", è la ricetta del presidente della Figc Gabriele Gravina. Mauro Balata, dal suo osservatorio di presidente della Lega Serie B, guarda con sospetto al proliferare "delle grandi competizioni europee e mondiali" puntando alla difesa di quel ‘made in Italy’ che anche il presidente di Lega Pro Matteo Marani, appena riconfermato nel suo incarico, difende a spada tratta sposando il ‘Salary Cap’. Mentre il numero uno del Coni Giovanni Malagò suona quello che lui stesso definisce un disco rotto: "Senza i grandi eventi in Italia non si fanno le infrastrutture".

Punti di vista, spunti di riflessione, idee, ricette, ma forse sarebbe meglio dire medicine, per un calcio italiano che ha tutti i tratti distintivi del malato non immaginario. E così al capezzale del malato vero ieri a Bologna, nell’Aula Magna di Santa Lucia, si sono radunate tutte le anime del pallone nel convegno "Stati generali del calcio: il libro bianco", organizzato da Paco D’Onofrio, avvocato e docente di diritto sportivo nonché coordinatore del corso di laurea magistrale in ‘Management delle attività motorie e sportive’ dell’Università di Bologna.

Da Malagò a Gravina, passando per i presidenti delle tre principali Leghe maschili, gli ex big del pallone Cannavaro, Chiellini e Buffon, il presidente dell’Associazione Allenatori Ulivieri, l’ad del Bologna Fenucci e il padrone di casa, il Magnifico Rettore Giovanni Molari. Tutti insieme appassionatamente, in un’aula gremita di corsisti e ospiti illustri, per individuare la strada della sostenibilità in grado di dare un futuro allo sport più amato dagli italiani.

"Questa è una meravigliosa occasione che consente una contaminazione tra il mondo accademico e il calcio", ha detto nel suo intervento il presidente della Figc Gravina, sciorinando i numeri del pallone in Italia, compreso quelli, definiti "impietosi", dell’indebitamento complessivo.

"Viviamo una crisi entropica, che sta generando un effetto di implosione all’interno del sistema", è il grido di allarme lanciato da Gravina. Il grido del presidente della Lega Serie A Casini, invece, è un invito ad accelerare il ballo del mattone per dare un’accelerata a un’impiantistica in panne. "Se non serve un piano Marshall per gli stadi italiani non so davvero cosa possa servire", ha detto Casini. "L’ultimo report della Figc sugli investimenti nelle infrastrutture _ ha proseguito il numero uno dei club di A _ mostra una difficoltà cronica non solo in tema di risorse ma anche di burocrazia e lentezza nelle procedure".

Ergo, "gli stadi vanno trattati come strutture di rilevanza nazionale", stratagemma che permetterebbe di bypassare la burocrazia lumaca delle istituzioni locali.

Ma una luce in fondo al tunnel forse c’è. "Il numero di giovani impiegati nelle prime giornate dei nostri campionati sono in crescita", gongola il presidente della Lega Pro Marani. Sfumature di verde su un libro bianco delle buone intenzioni ancora tutto da scrivere.

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