Dura lex sed lex. Sentenza Diarra colpo ai bilanci delle società

La sentenza della Corte di Giustizia Europea sul caso Diarra potrebbe rivoluzionare il calciomercato consentendo ai calciatori di rescindere unilateralmente i contratti. Questo potrebbe cambiare il potere dei giocatori e influenzare i bilanci delle società calcistiche. La situazione si complica, ma potrebbe riportare l'attenzione sul campo da gioco.

di EMILIANO
11 ottobre 2024

Nitti

Venerdì 4 ottobre 2024: non è venerdì 13, ma è il giorno che rivoluzionerà il calciomercato, quello della sentenza della Corte di Giustizia Europea sul caso Diarra, che ha stabilito che alcune norme FIFA sui trasferimenti internazionali di calciatori sono contrarie al diritto dell’Unione Europea (alla libera circolazione dei lavoratori e alla libertà di concorrenza). Si parla della rescissione unilaterale del contratto tra i calciatori e i loro club d’appartenenza, che, fino a questo momento, comportavano notevoli rischi (legali finanziari e sportivi) ai giocatori che volevano lasciare un dato club e alle società che desiderano tesserarli. Rischi che di fatto ostacolavano dette operazioni. Ora forse non è più così: i calciatori possono lasciare i club in qualsiasi momento senza doverli risarcire? La risposta non è agevole. In caso affermativo, la FIFA di certo perderebbe il suo potere di supervisione sui trasferimenti internazionali. Fino a oggi, un calciatore desideroso di lasciare un club non avrebbe potuto farlo unilateralmente se non per giusta causa. Inoltre, come nel caso di Diarra, la FIFA avrebbe potuto bloccare il trasferimento. Ora questa impostazione potrebbe crollare. Il che porterebbe i calciatori – a livello individuale, ma anche collettivo – ad avere ulteriore potere. Un aspetto, invece, è stato poco toccato sinora: quello del bilancio. In caso di rescissione unilaterale di un calciatore con contratto pluriennale, ciò porterebbe alla svalutazione a zero di un asset importante (il calciatore). Il tutto con la conseguenza della perdita diretta nell’esercizio. Dopo il caso plusvalenze fittizie siamo di fronte ad un’altra tegola sui patrimoni netti delle società di calcio. Vedremo le evoluzioni della vicenda, certo è che diventa sempre più complicato far quadrare i conti delle squadre di calcio. C’è forse un lato positivo nella vicenda: si tornerà a fare calcio, con i direttori sportivi finalmente impegnati a guardare di più le partite.

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