All’Empoli non basta la buona volontà La Juventus passa con il minimo sforzo
Buon approccio degli azzurri che rimangono in partita fino ai minuti finali, ma senza mai impensierire la retroguardia bianconera
di Tommaso Carmignani
Qualcuno potrebbe metterla sull’avversario e dire che non sono queste le partite in cui l’Empoli deve fare punti. Vero, ma ora siamo alla terza giornata e gli zero che preoccupano sono due. Il primo è quello alla casella dei punti, il secondo sono i gol fatti. Troppo poco per una squadra che non ha come obiettivo la Champions, ma che rispetto alla fine dello scorso campionato sembra davvero la sua brutta copia. Fragile in difesa, lenta in mezzo e sconclusionata davanti. Vista la differenza di valori e di condizione, il match con la Juventus sarebbe probabilmente finito male a prescindere, ma il fatto che gli azzurri non tirino mai in porta, che non riescano praticamente mai a impensierire la squadra di Allegri e che mostrino ancora una volta un preoccupante calo fisico nella ripresa sono aspetti che devono far riflettere. Il mercato frenetico delle ultime ore ha ridisegnato la squadra, ma ora tocca a Zanetti trovare la formula magica. Il tecnico, rispetto a Monza, cambia praticamente tutta la difesa, rispolvera la mediana a tre e si affida subito al suo fedelissimo Maleh, con Marin regista e Fazzini a completare il reparto. Davanti, invece, ci sono Baldanzi e Cambiaghi a sostegno del solo Caputo. La squadra sembra messa meglio in campo rispetto a Monza, ma davanti alla Juventus soffre inevitabilmente la differenza di fisicità. Il risultato è una squadra che prova a difendersi con ordine, ma che fatica a ripartire con pericolosità. E però i bianconeri, sempre lontani dai fasti di un tempo, qualche margine lo concedono.
Errori, sbavature e piccole disattenzioni delle quali l’Empoli prova ad approfittare, ma il solo Caputo là davanti non ha le caratteristiche per reggere il gioco che gli chiede la squadra e così le uniche fiammate arrivano grazie alla verve di Fazzini e ai guizzi di Cambiaghi. A sbloccare il match sono però i bianconeri, che sfruttano alla grande una delle specialità della casa: la mischia in area su corner sulla quale Danilo è il più lesto ad avventarsi. Il gol piega le gambe agli azzurri, ma a tenerli a galla ci pensa quel Berisha a cui l’allenatore concede l’esordio a pochi giorni dal suo arrivo. L’ex portiere del Torino è ottimo nell’ordinaria amministrazione, ma diventa addirittura prodigioso nel momento in cui neutralizza un rigore concesso per fallo di Maleh su Gatti e calciato malamente da Vlahovic. Un assist che la squadra non sa cogliere, perché quel poco di buono che si era visto nel 1° tempo svanisce del tutto nella ripresa. I cambi non danno la scossa, ma anzi finiscono per affievolire un Empoli che rischia per diverse volte di capitolare. Il gol del ko è un guizzo di Chiesa, ma nel finale ci sono anche la traversa di Milik ed un palo di Kean. Troppo poco, ma forse ha ragione Zanetti: con tutti i cambiamenti che ci sono stati, serve un po’ di tempo per amalgamarsi.
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