Emmanuel Gyasi: la crescita all'Empoli e la sfida contro l'Atalanta
Gyasi parla della sua crescita all'Empoli, della sfida contro l'Atalanta e del significato della sua fondazione.
di Simone Cioni EMPOLI Duttilità, umiltà, esperienza e personalità sono alcune delle doti che Emmanuel Gyasi mette al servizio dell’Empoli. Il 30enne esterno non ha forse entusiasmato nelle sue prime uscite in azzurro, ma a suon di prestazioni convincenti ha saputo conquistare il cuore dei tifosi.
Gyasi, si riparte dopo l’amarezza con il Torino, davanti c’è una gara molto complicata con la capolista Atalanta? "Sappiamo che giocheremo contro una squadra forte che sta facendo grandi cose in questa stagione. È una partita difficile, ma ci stiamo preparando al meglio per giocarci le nostre carte. Ma sappiamo che adesso arrivano delle partite importanti. Dovremo tirare fuori il meglio di ognuno di noi per finire bene il girone di andata".
Nonostante le assenze il gruppo ha dimostrato di essere forte.. "Guarda, questo è uno dei gruppi più belli in cui sono stato. Ci sono i giovani ed i giocatori di maggiore esperienza che vanno tutti dalla stessa parte, lavorano per una maglia da titolare e tutti si meritano di giocare. C’è grande impegno fin dal primo giorno di ritiro. Sono veramente contento di far parte di questo gruppo. Anche se ci sono delle assenze, so che ci sono dei compagni che possono scendere in campo e fare del loro meglio".
Avete fatto benissimo con 19 punti, ma forse ne avreste meritato pure qualcuno in più... "Abbiamo fatto bene fino ad ora, ma Serie A è veramente difficile. Conosciamo il nostro obiettivo, dobbiamo ragionare gara dopo gara ascoltando le indicazioni del mister. Non abbiamo ancora fatto niente, quindi testa bassa e pedalare".
D’Aversa non ha praticamente mai rinunciato a lei in campo, si sente uno dei leader della squadra? "Questo non devo essere io a dirlo, i leader li scelgono i tuoi compagni di squadra. Cerco di dare l’esempio e dare una mano sia in campo che fuori, per la squadra e per i ragazzi più giovani".
A proposito dei giovani, è stupito di quanto stanno facendo bene? "No, assolutamente. Non lo scopro certo io l’Empoli, ha sempre prodotto tanti giovani dal settore giovanile. Vedo tanti ragazzi che vengono in prima squadra e fanno bene: c’è una mentalità importante della società, ci sono persone competenti. Penso che questi giovani avranno un grande futuro".
Da quando è ad Empoli è cresciuto in maniera esponenziale, è questa la sua miglior versione? "Hai ragione, da quando sono arrivato sono cresciuto tanto, è quello che volevo. Io sono uno che cerca di fare sempre meglio, posso fare ancora di più. Non la posso definire la mia miglior versione perché sono una persona che vuole sempre fare di più e che pretende molto da sé stessa".
Conosciamo il Gyasi calciatore, ma fuori dal campo che significato ha per lei la sua fondazione? "Significa tanto per me, da quando ho iniziato a giocare ho sempre avuto il sogno di aiutare chi è meno fortunato di noi. Con la fondazione sono riuscito a fare tante cose belle, ringrazio tutte le persone che mi supportano e l’Empoli per la collaborazione avuta. Non era scontato, è una cosa che mi ha toccato tanto e ne sono davvero felice: ringrazio tutti coloro che l’hanno resa possibile".
Che regalo vorrebbe sotto l’albero? "Ovviamente cercare di centrare il nostro obiettivo di squadra, procedendo su questo percorso con umiltà e lavorando duramente".
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