Empoli, filotto da record: eguagliato Sarri. Dal ko contro la Lazio gli spunti per ripartire

L’imbattibilità degli azzurri in campionato si è interrotta dopo 8 risultati utili di fila. E ora il modulo con le due punte è un’arma in più

di SIMONE CIONI
8 ottobre 2024
Un duello di gioco tra Fazzini e Zaccagni; sullo sfondo Solbakken, partito da titolare contro la Lazio

Un duello di gioco tra Fazzini e Zaccagni; sullo sfondo Solbakken, partito da titolare contro la Lazio

Dalla Lazio alla Lazio. Il 2-0 subito all’Olimpico dai biancocelesti lo scorso 12 maggio nella 36esima giornata della Serie A 2023-24 era stata l’ultima sconfitta azzurra in campionato prima del 2-1 maturato domenica scorsa sempre a Roma, sponda biancoceleste. Nel mezzo 3 vittorie e 5 pareggi per una striscia di 8 risultati utili consecutivi, che va a eguagliare il record azzurro nel massimo campionato italiano datato 2015. In quella stagione, infatti, la squadra di Maurizio Sarri tra la ventunesima e la ventottesima giornata infilò gli stessi 3 successi e 5 pari. Al di là dei numeri, però, sono tre le considerazioni che ci lascia la sfida dell’Olimpico.

In primis il fatto che l’Empoli, pur con qualche difficoltà legata alla qualità della Lazio, abbia ancora una volta imbrigliato una delle big del campionato costringendo Baroni a pescare dalla panchina un giocatore con qualità superiori come Pedro per venirne a capo. Subendo per altro 2 gol, che con un pizzico di attenzione in più potevano perfino essere evitati. E ciò non è certo cosa da poco per una squadra che punta a salvarsi e che resterà probabilmente scorbutica da affrontare per chiunque. L’altro aspetto che è emerso è che gli azzurri stanno bene sia dal punto di vista psicologico che fisico. Finora non hanno mai sbagliato un approccio e hanno sempre mostrato serenità e tranquillità nel gestire le varie situazioni di gioco, sebbene talvolta abbiano anche dovuto soffrire la pressione avversaria nella propria area. Scampata la sfuriata di inizio ripresa quando la Lazio ha fallito il rigore, anche domenica scorsa all’Olimpico la sensazione che si percepiva non era certo quella che la Lazio potesse passare in vantaggio da un momento all’altro.

Infine vale la pena concludere con un ragionamento sul modulo, che a centrocampo può facilmente passare da una mediana a quattro con due trequartisti dietro l’unica punta a una linea a cinque con due attaccanti più vicini, soprattutto in assenza di Fazzini. Merito della duttilità di alcuni centrocampisti come Maleh ed Henderson (il primo contro la Juventus e lo scozzese contro Cagliari e Fiorentina) che in assenza del fantasista viareggino hanno giocato qualche metro più avanti garantendo però all’occorrenza più robustezza al centrocampo. Ruolo che può fare anche lo stesso Fazzini, del resto con la Lazio ha agito più da mezzala che non da trequartista, anche se il talento azzurro ha dimostrato di rendere meglio proprio in posizione più avanzata. Il tutto senza perdere pericolosità offensiva perché, anche contro i capitolini, al di là di qualche errore di troppo in fase di rifinitura, quando sono ripartiti gli azzurri lo hanno fatto spesso con tanti uomini.

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