Empoli, l’Olimpico resta un tabù. Cuore e coraggio non bastano. Idee e occasioni nel primo tempo. Troppe imprecisioni nella ripresa

Gli azzurri provano a rovinare alla Lazio la festa per il 50° anniversario del primo scudetto del 1974. A fine match un pari sarebbe stato il risultato più giusto, ma i tre punti se li prende la squadra di Tudor .

13 maggio 2024
Cuore e coraggio non bastano. Idee e occasioni nel primo tempo. Troppe imprecisioni nella ripresa

Cuore e coraggio non bastano. Idee e occasioni nel primo tempo. Troppe imprecisioni nella ripresa

di Simone Cioni

ROMA

L’Empoli ci prova a rovinare, da un lato, la festa per il 50esimo anniversario del primo scudetto del 1974 e, dall’altro, a complicare la corsa europea della Lazio, ma soprattutto a portare a casa un risultato positivo, fondamentale per la propria corsa alla salvezza. Ma l’Olimpico resta tabù. Al termine di un match in cui il pari sarebbe stato il risultato più giusto, infatti, i tre punti se li prende la squadra di Tudor. Una Lazio non particolarmente brillante, ma cinica e che nei momenti decisivi del match ha fatto valere la maggior qualità dei singoli. Ma se c’è una squadra che si deve rammaricare è sicuramente quella di Nicola. Gli azzurri entrano in campo con le idee chiare e costruiscono le migliori occasioni di un primo tempo che avrebbero meritato di chiudere in vantaggio. Le più ghiotte sono una conclusione da fuori di poco alta di Bastoni, un tiro ravvicinato troppo debole di Caputo che favorisce l’intervento di un comunque reattivo Mandas e un colpo di testa in tuffo di Ismajli, tutto solo, su corner di Marin che finisce alto. La Lazio manovra, ma senza trovare la giusta incisività, così Caprile si deve preoccupare solo di un tiro secco di Immobile, che da posizione defilata prova a sorprenderlo sul proprio palo.

Ad una manciata di secondi dall’intervallo ecco però l’episodio che indirizza la gara: l’ennesimo calcio da fermo su cui la difesa empolese si fa sorprendere sul primo palo dall’inserimento di Patric. Qui la squadra di Nicola è brava a non buttarsi giù e ad affrontare la seconda frazione con lo spirito giusto. Ma è anche quando fatica di più a costruire occasioni da gol perché la Lazio ora concede meno spazi. Partito con il consueto 3-5-2 delle ultime uscite, in cui torna a dare spazio dall’inizio a Ciccio Caputo (titolare dopo oltre 4 mesi dallo scorso 7 gennaio col Milan prima del guaio alla caviglia) con Bastoni preferito a Fazzini e Zurkowski come mezzala destra e Cancellieri a Cambiaghi come seconda punta, nella ripresa Nicola ridisegna prima un 3-4-2-1 inserendo proprio Cambiaghi per Bastoni e poi finisce con un 4-2-3-1 gettando nella mischia pure Destro e Shpendi. Proprio il giovane albanese è quello che va più vicino al gol saltando più in alto di tutti su azione d’angolo e indirizzando di testa nell’angolino basso alla sinistra di Mandas, dove il portiere biancoceleste è però bravo ad arrivare.

Poco dopo la doccia gelata che spegne ogni speranza di rimonta degli azzurri: sugli sviluppi di una rimessa laterale Castellanos gira per Pedro, il quale premia l’inserimento dell’ex Vecino che entra in area e trafiggere di nuovo Caprile. Tutto troppo facile. Resta invariata, quindi, la volata salvezza visto che dopo Frosinone e Cagliari perdono anche Verona e Sassuolo. Fondamentale adesso cosa farà stasera l’Udinese a Lecce con i salentini già salvi dopo i risultati di ieri. Da questo infatti dipende se nello scontro diretto di domenica prossima alle 15 al Bluenergy Stadium di Udine, l’Empoli sarà ancora davanti o meno ai friulani. Insomma, altri 180 minuti di sofferenza dove sarà importante ripartire da quest’ultima prestazione.

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