Empoli, ora serve svoltare. Nicola fa leva sull’orgoglio: "Devono andare in campo e mostrare le loro qualità»
Il neo tecnico indica poi le doti necessarie: "Organizzazione, fiducia e flessibilità"
di Simone Cioni
C’è grande curiosità nel vedere il primo Empoli ’griffato’ Nicola, anche se molte scelte del nuovo tecnico azzurro saranno forzate. La lista degli indisponibili resta infatti lunga: Pezzella, Bastoni, Ebuehi, Guarino, Kovalenko, Caputo e Destro. Rispetto a Verona, quindi, l’unico che potrebbe recuperare è Baldanzi, ma soltanto questa mattina saranno sciolte le riserve in merito alla presenza o meno del fantasista. Chi ci sarà di sicuro, invece è l’ultimo arrivato Alberto Cerri, che come ha raccontato lo stesso Nicola si è presentato subito con l’atteggiamento giusto. "Nei due allenamenti che ha fatto ha mostrato grande entusiasmo, e soprattutto la voglia di chi è consapevole della situazione, ma vuole fare di tutto per invertire la rotta". Davanti, quindi, almeno inizialmente si dovrebbe andare verso la conferma del tridente Gyasi-Shpendi-Cambiaghi. Se anche in difesa non ci dovrebbero essere cambi, Walukiewicz resta favorito su un Ismajli non al top, l’unica differenza rispetto a Verona potrebbe essere rappresentata da Zurkowski al posto di Fazzini. Cinque giorni non sono molti per preparare una partita, alla luce anche delle tante difficoltà legate agli infortuni, ma Nicola dimostra di avere le idee chiare su quali caratteristiche dovrà avere il suo Empoli. "Organizzazione, fiducia reciproca e flessibilità – prosegue Nicola – Voglio vedere una squadra che può sbagliare ma che ha voglia di andare in campo per proporre gioco e mostrare che ha qualità e un’identità ben precisa. I ragazzi devono avere l’entusiasmo di giocare a calcio e l’orgoglio di mostrare le loro potenzialità".
Il principale augurio della società è quello che l’ex tecnico della Salernitana possa essere l’uomo giusto per tirar fuori dai giocatori quel quid che ancora manca. Proprio il carattere, infatti, non difetta certo all’allenatore piemontese. "Come faccio sempre sono entrato nel gruppo in punta di piedi, ma secondo quella che è la mia personalità, con sincerità e lealtà, inondando le persone che mi circondano di energia, perché io credo davvero nella salvezza, altrimenti non avrei accettato. – insiste –. L’importante è pensare tutti come un’unica entità, solo così si può essere competitivi: ognuno di noi deve dare il proprio contributo senza lasciarsi spaventare dalle difficoltà"
"Come mi avevano riferito ho trovato dei ragazzi predisposti al lavoro e questo è fondamentale, e devo ringraziare anche Andreazzoli per quello che ha fatto – aggiunge il tecnico azzurro –. In questi primi giorni abbiamo lavorato su due modi di stare in campo che rispettino le caratteristiche dei giocatori, ma soprattutto sulla capacità mentale di essere squadra al passaggio delle due fasi. Il Monza? È una squadra con giocatori abili e un’identità ben stabilità, ma in generale ritengo che il valore del campionato nella parte basse si sia livellato e alzato come qualità. E noi dobbiamo andare alla ricercare proprio della consapevolezza che nessun risultato è scontato. Empoli è un club virtuoso – conclude, di esempio a tutti, e per questo è diventato anche un’ambizione lavorativa. Quindi ho impiegato davvero poco ad accettare questa proposta. Cosa mi piace della squadra? Ha grandi valori umani e valori tecnici-tattici inespressi, ma soprattutto mi ha colpito la predisposizione che hanno avuto nel rimettersi in gioco".
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