L’Empoli cade anche a Verona. Djuric castiga subito gli azzurri. Poi in avvio di ripresa arriva il 2-0. Zurkowski la riapre ma non basta

Pagata ancora una volta l’ormai cronica sterilità sotto porta, anche con gli scaligeri in dieci negli ultimi minuti. Nel finale il tecnico azzurro inserisce pure i giovani della Primavera Corona e Sodero, suo l’ultimo tentativo.

14 gennaio 2024
Djuric castiga subito gli azzurri. Poi in avvio di ripresa arriva il 2-0. Zurkowski la riapre ma non basta

Djuric castiga subito gli azzurri. Poi in avvio di ripresa arriva il 2-0. Zurkowski la riapre ma non basta

di Simone Cioni

Quattordici tiri, di cui solo uno nello specchio della porta. Basta questo dato, al termine della sfida del Bentegodi di Verona, per capire quali siano le maggiori difficoltà di un Empoli, che esce sconfitto anche dallo scontro salvezza col Verona. Un ko pesantissimo, soprattutto per il morale di un gruppo che anche stavolta ha fatto di più degli avversari sotto il piano del palleggio e della produttività, ma che fa una fatica immane a concretizzare. E in questo giochino se non la butti dentro e, al contrario, prendi gol al primo affondo, diventa davvero dura. Di sicuro le attenuanti non mancavano, con i forfait di Caputo, problema a una caviglia e Baldanzi, guaio muscolare, ai quali si è poi aggiunto quello di Destro nel riscaldamento per un risentimento agli aduttori. Così Andreazzoli, che già aveva deciso di passare al 4-3-3 con l’assenza di Baldanzi, manda in campo dall’inizio Shpendi, supportato a destra da Gyasi (invece di Cancellieri, entrato bene contro il Milan) e a sinistra da Cambiaghi. In mezzo Fazzini vince il ballottaggio con Zurkowski. Ancora una volta però gli azzurri incassano gol in avvio, come già successo in due delle tre precedenti uscite. Sugli sviluppi di un corner Walukiewicz si perde Djuric e l’incornata del centravanti scaligero sbatte sulla parte inferiore della traversa e rimbalza al di là della linea di porta prima di tornare in campo, come indica l’orologio della “gol line tecnology“ al polso di Doveri. Colpiti a freddo gli azzurri hanno comunque una buona reazione sfiorando subito il pari con Shpendi, provvidenziale la chiusura in corner di Magnani sull’imbucata di Gyasi dopo un errore in uscita del Verona.

Poi per alcuni minuti la squadra di Andreazzoli fatica ad usicre in maniera pulita dalla propria metà campo, ma anche l’Hellas non impensierisce più Caprile, se non con un cross sbagliato di Tchatchoua che costringe l’estremo difensore ex Bari ad alzare la palla sopra la traversa. Così crescono Grassi e compagni che arrivano con una certa facilità in area, dove iniziano invece i problemi perché Montipò non deve compiere nemmeno una parata: prima Gyasi viene murato da Doig, poi Cambiaghi si accentra bene ma calcia male e infine una punizione di Grassi dal limite finisce di un soffio a lato alla sinistra di Montipò.

E la ripresa purtroppo si apre come la prima frazione: Caprile mette una pezza con i piedi alla percussione di Serdar, ma complice una deviazione con la schiena di Grassi, non può nulla sulla conclusione da fuori di Ngonge. Siamo all’11’. L’Empoli, però, non molla e ha la fortuna e la bravura di riaprire subito la partita con l’ultimo arrivato, quello Zurkowski che aspettava da due anni di rivestire la maglia azzurra: perfetto il suo colpo di testa sul cross di Bereszynski. Il Verona si spaventa ed abbassa il proprio baricentro con l’Empoli che preme e va vicino al gol due volte con Gyasi e una con Cancellieri. Nel finale il Verona resta anche in dieci per l’espulsione di Duda per doppia ammonizione, ma il gioco si fa sempre più spezzettato e a parte due conclusioni da lontano di Cacace e Marin, ampiamente fuori bersaglio, gli azzurri non riescono a spaventare più gli uomini di Baroni. Così nella nebbia di Verona l’obiettivo azzurro si allontana. Non resta che lavorare, lavorare e ancora lavorare.

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