Nicola Pozzi mette in guardia il ’suo’ Empoli: "A Cagliari si può vincere con l’attenzione"

L’attaccante romagnolo è entrato nella storia del club azzurro con il poker rifilato ai sardi nel 2007: "Ma che rabbia quella sostituzione..."

28 dicembre 2023
Nicola Pozzi mette in guardia il ’suo’ Empoli: "A Cagliari si può vincere con l’attenzione"

Nicola Pozzi mette in guardia il ’suo’ Empoli: "A Cagliari si può vincere con l’attenzione"

di Ilaria Masini

EMPOLI

Il 9 dicembre 2007 è una data indimenticabile in casa Empoli perché quel giorno Nicola Pozzi ha segnato un poker, unico giocatore azzurro a riuscirci nella storia della Serie A, in uno scontro salvezza contro il Cagliari. Proprio come quello in programma sabato alle 15 in Sardegna.

Cosa si ricorda di quel giorno? "Mi ricordo che avrei voluto fare anche il quinto (ride, ndr) e quindi mi arrabbiai con Malesani quando mi sostituì".

Poi avete fatto ’pace’?

"Certo, ci siamo abbracciati nello spogliatoio, anche perché lo aveva fatto per me. Per preservami sia per le gare successive che dai difensori del Cagliari che si erano un po’ ’innervositi’. Oltre alle reti avevo infatti colpito anche un palo".

È rimasto in contatto con Malesani?

"Sì, è un tecnico con cui ho sempre avuto un ottimo rapporto".

Di quelle 4 reti qual è stata la più bella secondo lei?

"La seconda su assist di Buscè. Avevo fatto uno stop al volo e mi smarcai bene. E poi soprattutto furono importanti i tre punti conquistati perché era uno scontro diretto".

Lei adesso allena la Primavera della Carrarese. Che consiglio dà ai suoi ragazzi?

"Ai giocatori dico sempre che ci vuole prima di tutto la fame. Dobbiamo ricordarci sempre di stimolarli. Perché la generazione attuale è meno abituata al sacrificio rispetto alla nostra. E invece l’impegno, la fatica e il sudore sono aspetti determinanti per arrivare agli obiettivi".

Com’è l’esperienza a Carrara?

"Bella e importante. La sto affrontando con molto entusiasmo è una squadra nuova, siamo dovuti ripartire da zero, da una ricostruzione da tutti i punti di vista, pochi ragazzi nella loro breve carriera avevano giocato nelle annate precedenti, ora dopo quattro mesi di lavoro hanno fatto miglioramenti importanti e nel girone di ritorno speriamo di competere a livello delle nostre dirette avversarie su tutti i campi".

Segue sempre le gare dell’Empoli?

"Certamente. Sono molto legato al club e alla famiglia Corsi a cui devo tutto. In più ho giocato tanti anni con Pietro Accardi ed è un motivo in più per seguirli".

Come vede lo scontro diretto di sabato contro il Cagliari?

"Una sfida fondamentale, in cui l’aspetto psicologico conta tantissimo. In gare come queste, è primario l’aspetto mentale".

Chi può essere decisivo?

"Sono partite "sporche" e si risolvono spesso grazie a difensori o centrocampisti con tiri da fuori. Oppure con un calcio piazzato. Basta un episodio per sbloccarla e serve attenzione in fase difensiva".

Come vede la lotta salvezza in Serie A?

"Ogni squadra deve guardare a se stessa senza pensare alle altre perché, con un intero girone di ritorno da affrontare, nessun verdetto è stato dato".

Tornando a quel poker, come aveva festeggiato?

"Niente di che perché avevamo subito un’altra partita importantissima che ci attendeva".

Dalla grande gioia a un grande dolore perché quella stagione, si concluse con un grave infortunio per lei...

"Ero in un bel periodo di forma. Segnavo tanti gol, anche pesanti come contro la Juventus, ed ero titolare in Under 21. Invece quel giorno a Napoli ha cambiato tante cose e ha complicato i piani. Poi si fermò anche Saudati e alla fine la squadra retrocesse. Fu davvero una maledetta domenica".

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