"Addio al Tabellone Luminoso: Nostalgia e Speranza nel Calcio del 2024"

L'articolo parla dell'addio al tabellone luminoso e della nostalgia per il passato nel mondo del calcio, con riflessioni sulla situazione attuale e l'importanza della passione e della civiltà nel dibattito sportivo. La Fiorentina è incoraggiata a reagire positivamente per se stessa e per i suoi sostenitori.

24 febbraio 2024

Addio tabellone luminoso, tu che certificavi le nostre gioie e i nostri dolori, tu che sintetizzavi in due cifre e poche parole ciò che avveniva sul campo e il nostro stato d’animo. Ci mancherai, anche se sappiamo che tornerai più luminoso e più sgargiante, magari ultrapiatto e in 4K per fare il tuo mestiere di sempre. Un pezzo d vita che se ne va come se n’era già andato l’altro, quel pezzo di modernariato (tipo vecchia tv a casa della nonna) rimasto lì a lungo, accanto a te, coperto e quindi nascosto per vergogna e per lasciare il passo alle nuove tecnologie, quelle oggi demolite dal nuovo che avanza. Ok, basta nostalgie. Domanda: mica per caso, nel frattempo e senza turbare i lavori in Ferrovia, sarebbe possibile sostituire quel tabellone con un lungo striscione con una scritta? Questa: Fiorentina-Juventus 4-2. Un souvenir a cui teniamo. Sai com’è: siamo sentimentali. Tanto più in questo momento complicato, dal quale sicuramente usciremo prima o poi. Magari prima, ci piace di più. Che poi arriva sempre il momento del “Patto” nello spogliatoio.

C’era una volta il patto della bistecca, poi arrivò quello della ribollita. L’ultimo estratto dal menu in ordine di tempo è stato il patto del sushi (più dietetico). Adesso c’è il patto della mensa aziendale. L’importante, come si dice, è fare gruppo e contare bene le calorie, che poi sennò è il colesterolo a fare gruppo. Ma non accadrà, sono professionisti, mica amatori che fanno la pizzata il sabato sera. Il calcio è così: sogni, progetti e momenti difficili da superare.

Questo 2024 è iniziato in piena carestia. Ci vuole poco per rialzare la testa. Una vittoria contro un avversario di livello (vedi Lazio) e l’atmosfera già cambierà strada. E adesso ce n’è proprio bisogno. Come ci sarebbe bisogno di serenità. Da parte di tutti. Vivere circondati da guerre con innocenti che muoiono sotto le bombe dovrebbe insegnarci a dare il giusto peso alle cose. Sembra retorica, vero. Ma relativizzare il tutto può solo farci bene. Dopo di che da sempre il calcio esiste perché se ne discute, ci si divide davanti al bancone del bar, si esalta o si critica la squadra che ti fa gioire o soffrire. Se non esistesse tutto questo non esisterebbe il calcio, sport popolare che ormai non nasconde più il suo essere puro e semplice business.

Offendere no. Discutere o esprimere una opinione sì. Si chiama passione. E civiltà. Perché poi il verdetto, perdonate la banalità, lo emette il campo. Basta poco per cambiare aria: a volte solo un gol. Se non esistessero i tifosi, se non esistessero i siti web, i giornali, le tv o le radio, se non esistesse questo mondo fatto di pensieri, parole, confronti, a volte di noia e di lacrime, tutto il resto avrebbe poco senso. Coraggio Fiorentina, è ora di rialzare la testa. Fallo per te e per la tua gente, quella che ti vuole bene.

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