Ansia e stress, giocatori sgomenti. Biraghi e Milenkovic fondamentali: "Hanno già combattuto i fantasmi». Ma lo sconforto può essere latente
Stefano Tavoletti, mental coach sportivo, prova a tracciare lo stato d’animo dell’ambiente viola e le reazioni
Lo stesso strazio provato sei anni fa, in quella maledetta mattina di Udine. Lo stesso senso di precarietà che il 4 marzo 2018 aveva contraddistinto Firenze e i tifosi della Fiorentina. L’apprensione che l’ambiente viola sta provando per Barone tiene col fiato sospeso chiunque, prima tra tutti la squadra che nei prossimi giorni sarà chiamata a tornare al lavoro. Con quale spirito, però? "Di fronte a tristi circostanze è inevitabile che il gruppo finisca per provare una sensazione di incertezza" racconta Stefano Tavoletti, mental coach di calciatori e atleti olimpionici.
Come se ne esce in tempi brevi?
"Alleviare subito l’ansia che deriva da questo status è impossibile. I ragazzi possono solo sforzarsi di comprendere meglio le loro reazioni emotive di fronte alla situazione, cercando di gestirle e coltivando un senso di fiducia attraverso uno scarico delle tensioni".
Quale deve essere la figura più indicata a motivare lo spogliatoio?
"I giocatori con più personalità e l’allenatore possono aiutare i compagni più fragili con parole di conforto, infondendo loro forza e speranza".
L’esperienza del dramma di Astori fa può essere utile per superare questa fase?
"Una mano importante potrà arrivare da Biraghi e Milenkovic, che hanno vissuto sulla loro pelle la tragedia di Davide. È vero, rispetto agli altri giocatori saranno anche più provati perché sono già riaffiorati i fantasmi del passato, ma spero che in questa fase delicata riescano a prendere per mano gli altri".
Tavoletti, la risposta in campo della squadra potrà essere di riscatto come allora?
"Queste sono vicende che possono infondere nuove forze e motivazioni, facendoti attingere a risorse impensabili. Ed è quello che sono certo vorrebbe Barone".
Andrea Giannattasio
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