Caso scommesse, Fagioli: "Tante umiliazioni, ma ho pagato. Ora chiedo rispetto"

Il centrocampista della Fiorentina si sfoga con una lunga lettera sui social dopo la gogna mediatica di questi giorni

di ALESSANDRO LATINI
14 aprile 2025
Caso scommesse, Fagioli: "Tante umiliazioni, ma ho pagato. Ora chiedo rispetto"

Firenze, 14 aprile 2025 - Nicolò Fagioli ha detto basta. La gogna mediatica di questi giorni ha fatto male. A lui e non solo. Le intercettazioni telefoniche uscite si riferiscono al passato e questo è un aspetto che non può e non deve essere trascurato. Un passato con il quale il giocatore ha già fatto i conti a livello sportivo.

Sette mesi di squalifica oltre a una lunga serie di incontri per sensibilizzare i giovani sul tema della ludopatia. Una malattia. Certo, il procedimento penale va avanti. Se sarà condannato per aver commesso qualche reato pagherà, come è giusto che sia. Ma la giornata di oggi (dopo una prova opaca ieri contro il Parma) è quella di una presa di posizione netta e consapevole. Di seguito la lunga letterà pubblicata da Fagioli sui propri canali social. "Ho pagato il mio debito con la giustizia. Con una condanna e una sacrosanta squalifica, con umiliazioni continue e giustificate, con la vergogna provata e con il rischio di non rialzarmi più. Ho raccontato della mia patologia, seria, nelle scuole, ai miei familiari, agli amici e alla stampa. Quella stessa stampa che affronta spesso le problematiche gravi della mia malattia e come affrontarle, ma che oggi mi rimette alla gogna. Ancora una volta. Ho sopportato il peso di aver commesso qualcosa di brutto. Di aver deluso tutte le persone che credevano in me.

Nicolò Fagioli chiede rispetto. Ha pagato il suo debito con la giustizia sportiva
Nicolò Fagioli chiede rispetto. Ha pagato il suo debito con la giustizia sportiva

Ormai non è certo una novità: senza alcun vittimismo, ho passato un periodo buio, ho sofferto di una brutta patologia e questa non è assolutamente una giustificazione. Ma vedere ora tutto questo accanimento mediatico mi sta facendo rivivere quei fantasmi. No, stavolta tutto questo non è giusto. Ho sbagliato, ho pagato, senza aver fatto male a nessuno se non a me stesso e alle persone accanto a me. E come ogni persona che sbaglia e paga, ho tutto il diritto di rialzarmi. Tutti, anche chi scrive oggi, possono cadere e commettere errori. L’importante è saperlo riconoscere e credo che la forza di un uomo stia nel sapersi rialzare. Avevo 19 anni all’epoca dei fatti e la ludopatia aveva preso il sopravvento su di me. Me ne sono pentito, ma la vita mi ha dato una seconda opportunità e la vorrei cogliere, avendo già scontato tutto ciò che dovevo scontare. Chiedo rispetto adesso, dopo aver affrontato un processo, preso una giusta condanna. Chiedo scusa a tutti i colleghi, a tutti gli amici che, a causa dei miei errori si trovano, loro malgrado coinvolti o nominati - anche se solamente in una riga di giornale - in questa situazione solo per avermi aiutato. E ringrazio la Fiorentina, la Juventus, gli amici e la mia famiglia, che non hanno mai smesso di supportarmi e aiutarmi in un momento diffcile. Anche se li ho sicuramente delusi. Non ritornerò più sull’argomento, adesso devo solo pensare a dare il massimo sul campo". Alessandro Latini

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