Il lancio di Allegri, la stima di Spalletti, i rimpianti della Juve. Geometrie e palloni. L’architetto... Fagioli

Raccontano che Allegri sia stato il primo a stupirsi: "Ma davvero la Juve lo vende? E’ un errore clamoroso". Perché...

di STEFANO CECCHI
19 marzo 2025
Nicolò Fagioli, punto di forza e di riferimento del gioco della Fiorentina

Nicolò Fagioli, punto di forza e di riferimento del gioco della Fiorentina

Raccontano che Allegri sia stato il primo a stupirsi: "Ma davvero la Juve lo vende? E’ un errore clamoroso". Perché lui ci credeva eccome in questo centrocampista emiliano dai tratti silenziosi e dal piede educatissimo, al punto di promuoverlo titolare a soli 21 anni nella sua Juventus stagione 2022-23: "Ha i tempi di gioco giusti, sa come smarcarsi, quando e come passare la palla. È bello vederlo giocare", raccontava convinto. Non era certo l’unico a pensarla così, visto che nell’estate scorsa, nonostante una lunga assenza dai campi di gioco dovuta alla squalifica per scommesse, anche Luciano Spalletti lo ha voluto convocare nella sua Nazionale all’Europeo, consegnandogli la maglia da titolare nella delicatissima gara da dentro o fuori con la Svizzera. Il segno tangibile che nell’ambiente Nicolò Fagioli da Piacenza, 178 centimetri concentrati di intelligenza calcistica, è considerato un predestinato.

Uno che in mezzo al campo detta i tempi con la visione dell’architetto e l’intensità del carpentiere. E dunque poco importa sul perché Thiago Motta non abbia creduto in lui, spingendo la Juventus alla sua cessione inspiegabile per Max Allegri e per molti altri. Ciò che conta è che oggi, dopo 11 lunghi anni passati in bianconero, lui considera Firenze non come un luogo di passaggio ma come la sede ideale per costruire il suo futuro, visto che ha già chiesto a Pradé di chiudere l’operazione per il suo riscatto definitivo. Qualcosa di promettente e di confortante. Perché Nicolò Fagioli, in questa Fiorentina palladiniana battezzata nel credo della ripartenza, è probabilmente un indispensabile. Per caratteristiche, infatti, lui sta forse a metà strada fra Pecci e Borja Valero, un po’ regista-organizzatore, un po’ tuttocampista dal piede che dipinge e dunque un ipotetico calciatore che si esalta nella fase di possesso. Ma nel telaio del 3-5-2 sul quale viaggia la Fiorentina post gara col Lecce, lui di certo è l’uomo con la visione verticale.

Se Cataldi è il frangiflutti davanti alle difesa e Mandragora l’incursore piazza mine, lui è l’uomo delle geometrie col regolo in mano. Un centrocampista che trova il suo meglio nel volume, che deve toccare il pallone molte volte per accendersi, trovare il ritmo della partita e trasmetterlo alla squadra, ma che intervalla tutto ciò con giocate che appartengono al Parnaso del pallone, come descrive bene quel tocco smerigliato di esterno destro a innescare il trotto e il gol di Rolly Mandragora alla Juventus. Fagioli, l’uomo che non c’era nella rosa viola, il calciatore di talento e prospettiva che si candida per provare a riportare la Fiorentina dove spesso è stata, ovvero a battagliare per una classifica alta come non le succedeva da anni. Uno scenario carico di promesse per un finale di campionato che fino a pochi giorni sembrava senza prospettive e che invece adesso, anche grazie a lui, potremmo seguire con tutt’altro pathos. Comunque una bella storia di calcio.

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