Firenze, canzone triste: Hamrin è volato via. Da ’uccellino’ in viola ai successi nel Milan
L’attaccante svedese aveva 89 anni: ha ancora il record di gol della Fiorentina, che portò a vincere la Coppa delle Coppe nel 1961
Il grande Kurt Hamrin, il famoso “Uccellino” del mondo del calcio, ha fatto il suo ultimo volo. Con lui scompare uno straordinario bomber, ma anche e soprattutto una persona gentile e generosa, innamorata fino all’ultimo della moglie Marianne, della famiglia e di Firenze. Già, perché arrivato in Italia grazie alla Juventus (che poi lo “parcheggia” nel Padova di Rocco prima di girarlo alla Fiorentina), lo svedese vince lo scudetto nel Milan (oltre a una Coppa delle Coppe e a una Coppa dei Campioni) e chiude la carriera al Napoli, ma è in maglia viola che compie le imprese più memorabili.
E proprio a Firenze, dove aveva scelto di vivere, Hamrin è morto alle soglie dei 90 anni: li avrebbe compiuti il 19 novembre prossimo.
Hamrin è stato una vera e propria leggenda viola (e non solo). Con 208 reti in 362 gare ufficiali disputate (tra campionato e coppe) dal 1958 al 1967, Hamrin è il miglior marcatore della storia della Fiorentina e fino all’avvento di Batistuta era anche il miglior goleador viola in Serie A. Proprio Batigol con i suoi 152 gol lo ha superato di una rete.
Atleta straordinario, capace di vestire la maglia della nazionale svedese nell’hockey su ghiaccio e nel calcio (diventando vicecampione del mondo nel 1958 in Svezia, dietro il grande Brasile), da ragazzino ha un modello di classe come l’inglese Stanley Matthews.
Hamrin scrive pagine straordinarie in maglia viola, vincendo la Coppa delle Coppe nel 1961 (primo successo europeo di una squadra italiana) battendo i Rangers Glasgow in finale, sia all’andata che al ritorno. In viola ha vinto anche due Coppe Italia, una Mitropa Cup e ha sfiorato lo scudetto: è protagonista di due delle quattro stagioni consecutive con i viola al secondo posto dopo il trionfo tricolore del 1955-56.
Già, lo scudetto: non averlo vinto proprio a Firenze rappresentava l’unico cruccio in una carriera fantastica.
Lo vincerà al Milan già nella sua prima stagione rossonera nel 1967-68. L’anno successivo, per ironia della sorte, sarà la Fiorentina “yé-yé”a vincere il titolo. Poi i gol dello svedese saranno preziosi nei successi milanisti in Coppa delle Coppe e Coppa dei Campioni.
Al suo arrivo a Firenze, nel 1958, sostituisce come ala destra il grande Julinho, il campione brasiliano protagonista del primo scudetto viola. "Non è stata un’eredità pesante – ricordava Hamrin – perché ero diverso da Julinho, lui segnava poco mentre io la buttavo dentro più spesso".
Tra le tante reti in viola (memorabile, tra le altre, la vittoria per 7-1 a Bergamo contro l’Atalanta con 5 gol del bomber svedese), Hamrin non ha mai avuto dubbi su quale scegliere: "Quella segnata alla Juventus (il 27 marzo 1960, ndr): Montuori mi ha dato la palla, ho saltato un difensore e ho calciato al volo".
Grazie al genio di Beppe Pegolotti, grande giornalista della "Nazione", Hamrin diventò per tutti “Uccellino”: "Scrisse che il mio modo di correre ricordava quello di un uccellino che vola". Adesso Firenze piange il suo ultimo volo.
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