Gli undici di Palladino. Kean, Gud e Colpa davanti. Bove e Cataldi inamovibili

Il tecnico potrebbe schierare la formazione oggi considerata più offensiva. Pongracic e Mandragora out. E dietro si riparte ancora dalla difesa a tre.

29 settembre 2024
Fiorentina

Tifosi della viola che condividono momenti di gioia e sofferenza durante la partita

L’idea di schierare in partenza quello che, sulla carta, si presenta come il tridente più offensivo possibile a sua disposizione stuzzica e non poco Raffaele Palladino. Che a Empoli, forte del successo ottenuto in rimonta contro la Lazio grazie alla doppietta di Gudmundsson, è pronto a gettare nella mischia dal 1’ proprio l’islandese (che non parte titolare in A dal 24 maggio) assieme a Colpani e alle spalle di Kean. L’ex Genoa sta bene e scalpita e anche il "Flaco" non vede l’ora di dare il suo contributo dopo gli evidenti progressi mostrati la scorsa settimana. Per non parlare del classe 2000, che dopo essersi visto negare il rigore-vittoria domenica scorsa va a caccia del suo quinto gol stagionale in maglia viola, per regalare alla Fiorentina un trionfo che nel derby dell’Arno al Castellani manca dal 2016.

Come, però, tamponare le azioni offensive degli azzurri alla luce di uno schieramento che si presenterà molto proiettato in avanti? Le possibili assenze di Mandragora a centrocampo e Pongracic in difesa non sono una bella notizia ma non per questo l’allenatore partirà privo di soluzioni alternative. Una di queste, ad esempio, potrebbe essere quella del ricorso alla linea mediana a due (mettendosi dunque a specchio con la formazione di D’Aversa), con Bove e Cataldi che agiranno come perni centrali di un reparto completato dagli inamovibili Dodo e Gosens sugli esterni. Scelte quasi obbligate in difesa, che dovrebbe ripartire dallo stesso terzetto visto in avvio con la Lazio, ovvero con Martinez Quarta, Comuzzo e capitan Biraghi (in ballottaggio con Ranieri) davanti a De Gea. Accantonato, dunque, per adesso il ricorso alla linea a quattro vista negli ultimi 45’ di settimana scorsa, ma niente vieta che Palladino possa poi cambiare in corso d’opera.

Andrea Giannattasio

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