I campioni allo specchio. Hamrin-Gud, che brividi: "Fisico, occhi e calzettoni. Ho rivisto in campo papà»

Piero, figlio del mitico ‘Uccellino’: "Io e mia moglie, la stessa sensazione"

di ANDREA GIANNATTASIO -
24 settembre 2024
Hamrin-Gud, che brividi: "Fisico, occhi e calzettoni. Ho rivisto in campo papà"

Piero, figlio del mitico ‘Uccellino’: "Io e mia moglie, la stessa sensazione"

I paragoni, in città, sono già iniziati: Mutu, Baggio, Robbiati… ma a chi assomiglia davvero Albert Gudmundsson, l’uomo che in 45’ è riuscito a conquistare a Firenze? L’accostamento che va per la maggiore in realtà è un altro e chiama in causa un altro fuoriclasse della storia della Fiorentina, ovvero Kurt Hamrin. Il cui figlio Piero, da sempre tifoso, domenica si trovava allo stadio insieme alla moglie Antonella ed è stato pervaso da un insolito brivido quando ha visto quel biondo in mezzo al campo correre con la leggerezza e la semplicità del tocco palla che ha sempre contraddistinto suo padre:

"Credo che ad Albert debba far piacere un paragone del genere, così come ha fatto felice me" racconta Hamrin jr.

Però, Piero, chi meglio di lei può dire se questo abbinamento sia corretto o meno…

"Quando Gudmundsson è entrato io e mia moglie non ci siamo detti nulla ma entrambi abbiamo avuto la stessa sensazione. E cioè che ci fosse una qualche somiglianza tra Albert e papà. Mi riferisco ai movimenti in campo, semplici e senza finte, e alla conformazione fisica. Mio padre aveva un bel “sederotto“ e cosce scolpite come quelle dell’islandese, tratti fisici che non gli hanno mai impedito di muoversi in velocità".

Se poi ci aggiungiamo il fenotipo nordico e quei calzettoni tirati giù…

"Chissà che quel look non se lo sia studiato (ride, ndr). Mi ha sorpreso questa scelta: non si usa più portare i calzettoni abbassati. Ma in effetti anche quello era un tratto tipico che rendeva speciale il grande Kurt".

Le cronache ribattezzarono suo padre "Uccellino": le piacerebbe che il soprannome fosse abbinato anche a Gud?

"Spero che resti un nomignolo unico nella storia viola. Quella di ribattezzarlo così fu un’intuizione di un collega del vostro giornale, Pegolotti, che intravide in papà un modo di correre simile al volo d’uccello. Confido che Albert possa guadagnarsene un altro altrettanto famoso".

Oggi ci si può innamorare ancora di un calciatore come accadde per Firenze verso suo padre?

"Le bandiere non esistono più e il fatto che Albert sia del ’97 mi fa pensare che sarà dura che riesca a stare nove anni in viola come papà. Però mai dire mai: spero che faccia almeno quattro anni al top e ci faccia rimpiangere di essere arrivato con un po’ di ritardo".

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