Il nuovo regista viola ha convinto tutti dopo la gara contro i suoi ex. Adli, la mosca bianca. Estro tra Zidane e Dalì
Il giovane talento Yacine Zinedine Adli, centrocampista della Fiorentina, unisce abilità calcistiche e passioni artistiche e solidali, distinguendosi per la sua visione di gioco unica e il suo impegno sociale. Un giocatore che promette di lasciare il segno nel calcio e nella vita.
"Le parole contano", gridava Nanni Moretti in uno dei suoi tanti film cerebrali e forse nelle parole c’è la sua carta d’identità calcistica. Lui infatti si chiama Yacine Zinedine e l’anagramma del suo cognome è Dalì. Un talento assoluto del pallone quale Zidane e un pittore eccentrico e fantasioso come riferimenti. Poteva il calcio di Yacine Zinedine Adli non avere anch’esso qualcosa di artistico? Si Adli, con i sui capelli da studente dell’Erasmus e la faccia pulita da volontario della Caritas, è l’uomo della domenica viola.
Le parate da supereroe di De Gea hanno comprensibilmente messo in secondo piano la sua prova maiuscola contro il Milan, ma la riflessione ragionata del mercoledì porta dritti a lui. Un centrocampista di visione e di profondità, che può divenire il pernio intorno al quale far ruotare la nuova Fiorentina di Palladino, formazione senza più l’ossesso palla ma con la necessità inderogabile di quella verticalizzazione tutta naturale del francese. Adlì, il giocatore che serviva per dare un senso a questa squadra. Yacine, infatti, ha nelle sue corde una visione calcistica di tutt’altra ispirazione rispetto a quella dei compagni di reparto viola. Senza niente togliere ai Bove, ai Cataldi e ai Mandragora, che hanno altre caratteristiche di calcio, quando la palla è fra i piedi di Adli, non solo disegna geometrie diverse ma sembra avere anche un altro suono. Un po’ come nel tennis, con il rovescio di Musetti che ha un altro rumore e un’altra rotondità rispetto a quello dei colleghi, così nel calcio il lancio dritto di Yacine sembra avere tutt’altra musicalità rispetto al resto della truppa. Un giocatore quasi sempre perpendicolare e quasi mai orizzontale, con una ritrosia al banale e dunque sempre in cerca di trame nuove di football. Un artista autentico del prato verde, tanto per riandare al richiamo iniziale delle parole.
Non solo. Nonostante abbia soltanto 24 anni, Adli, come i grandi del pallone, ha un sacco di vita da raccontare anche fuori dal calcio. Appassionato di musica, sa suonare il volino e pure il pianoforte e per chi volesse apprezzarne le doti musicali su youtube gira un video nel quale il nostro si cimenta con "bella ciao". Di più. Cultore degli scacchi, sembra aver trasferito in qualche modo questa passione nel modo di giocare. La mossa a elle del cavallo con la quale domenica sera ha circumnavigato Pulisic prima di calciare a rete, sembra arrivare proprio da qui. Il fatto poi che a 22 anni abbia voluto creare un associazione per aiutare i ragazzi disagiati di Villejuif, sobborgo natio nella periferia di Parigi, racconta tanto del suo animo altruista e solidale.
Yacine Zinedine Adli, una mosca bianca nel mondo ad alto tasso di egoismo e indifferenza del calcio. Un calciatore simbolo che racchiude insieme talento, ispirazione e cuore, roba buona per scatenare l’orgoglio del tifo. Nella speranza che il suo cammino a Firenze sia lungo come una stagione della pittura e non rapido come una partita di scacchi.
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