Malore di Joe Barone: l'infarto, l'operazione, le ore di ansia. Cosa è accaduto
Cosa è successo al direttore generale della Fiorentina. Infarto acuto del miocardio, sintomi e complicanze
Firenze, 18 marzo 2024 – L’infarto acuto del miocardio può mettere a rischio la sopravvivenza, anche se i passi avanti fatti dalla medicina ne hanno cambiato l’evoluzione in termini di prognosi e mortalità. A determinare l’infarto ci può essere il restringimento o addirittura l’occlusione di una o più arterie coronariche dovuti a una trombosi o al distacco di una placca aterosclerotica: un deposito di grassi e colesterolo sulla parete interna del vaso. L’attacco può essere più o meno grave, anche in base alla dimensione e all’estensione dell’arteria coronaria coinvolta.
Si tratta di un’emergenza che richiede l’intervento medico nel più breve tempo possibile: chi sospetta di avere un infarto dovrebbe chiamare immediatamente soccorsi. La cura dell’infarto dipende essenzialmente dalla gravità dell’episodio. Può essere di tipo farmacologico (con terapie trombolitiche) oppure di tipo interventistico, con angioplastica che consente di inserire, all’interno dei vasi, piccole protesi che ripristinano il flusso sanguigno verso il cuore.
Con l’infarto possono presentarsi complicanze anche molto gravi, come aritmie maligne che possono esitare in arresto cardiaco, oppure shock cardiogenico (grave danneggiamento del muscolo cardiaco che non è più in grado di contrarsi correttamente, così da svolgere le due funzioni vitali), rottura del cuore (con muscolo, pareti o valvole cardiache si separano).
I sintomi più comuni causati dall’infarto acuto del miocardio sono il dolore al petto, che può essere percepito anche come sensazione di oppressione o pesantezza al torace, o bruciore. Il dolore può irradiarsi alla mandibola, al collo, alle braccia, alla schiena e all’addome. Ma anche il respiro corto, una sensazione di forte debolezza o capogiro. Oltre a un senso di oppressione e ansia.