La grinta di Vincenzo Italiano. Conference, missione possibile. Il tecnico carica i suoi giocatori: "Spingere, sennò si piange!!»

Il tecnico viola: "Questa volta sarà una finale diversa, ma noi dobbiamo vincerla"

di GIAMPAOLO MARCHINI -
23 maggio 2024

Un uomo in missione. Vincenzo Italiano non vuole sentire parlare del suo futuro, perché conta per lui solamente il presente e la vittoria a Cagliari, certo. Ma soprattutto quella di Atene. Non per niente le sollecitazioni che arrivano a chiare lettere, colte dai giornalisti presenti a bordo campo durante la parte di allenamento aperta alla stampa sono inequivocabili. E hanno un solo obiettivo: "Vedo gambe molli, bisogna andare forti, bisogna spingere per vincere, altrimenti mercoledì si piange". Questa, parola più parola meno, la sintesi dell’incitamento detto alla maniera di Italiano, sempre molto combattivo. In partita o in allenamento per lui non fa differenza. L’obiettivo è regalare un trofeo a Rocco, a Firenze, alla memoria di Joe, ai giocatori e anche a se stesso. Ovviamente.

E per arrivarci la strada è chiara, resa meno incerta dall’esperienza della passata stagione, delle due finali, purtroppo perse. Lui quelle sensazioni sgradevoli che genera la sconfitta non le vuole più vivere. "Sarà una finale diversa stavolta, perché abbiamo già vissuto questa attesa. Abbiamo più esperienza e siamo consapevoli che ci andiamo a giocare qualcosa di importantissimo. Ci arriviamo bene, i ragazzi sono carichi e motivati. Sono fiducioso", la conferma durante il lungo Media Day organizzato dalla Uefa in vista della finalissima.

Potrebbe essere per Italiano l’ultima occasione di parlare a Firenze da allenatore della Fiorentina, ma l’obiettivo è uno solo: un trofeo. In mezzo c’è una partita, quella di oggi a Cagliari, ma pur nella sua stranezza, Italiano non flette la sua attenzione: "Sono giorni particolari – conferma – perché vogliamo prima essere concentrati anche sulla gara di Cagliari. Abbiamo fatto un percorso in Europa fantastico, di grande valore. Siamo riusciti a conciliare tanti impegni ed è un orgoglio per tutti essere in finale". Orgoglio che potrebbe generare pressione, ma il pieno Italian style chiude così: "la pressione, la sentiamo anche da soli. A livello personale tutti percepiamo questa voglia di arrivare fino in fondo... se si chiama pressione ben venga. Mi piacerebbe vedere Firenze esultare per un trofeo europeo, dopo oltre 60 anni di attesa".

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