La possibile partenza di Ikonè e il rischio di un Ilicic bis. Un trailer e poco altro. Jorko, il talento puro di un genio fantasma

Jonathan Ikone, calciatore francese, non ha soddisfatto le aspettative a Firenze, dimostrandosi un giocatore incompiuto. Le sue potenzialità non si sono mai concretizzate e i suoi errori in campo sono stati più evidenti dei suoi successi. Ora si pone il dilemma se lasciarlo andare o sperare che possa riscattarsi altrove, come ha fatto Josip Ilicic.

24 gennaio 2024
Un trailer e poco altro. Jorko, il talento puro di un genio fantasma

Un trailer e poco altro. Jorko, il talento puro di un genio fantasma

E adesso che è lì col foglio di via in mano, adesso che l’addio a Firenze non è un’ipotesi lontana ma una variabile possibile, il dubbio su come affrontare la cosa è sottile. Perché Jonathan Ikone, calciatore francese con dentro il dna selvaggio del football africano, in viola fin qui è stato un’incompiuta. Un giocatore inespresso del quale hai come l’impressione di aver visto solo il trailer, ovvero il campionario delle sue potenzialità d’artista che non sono mai diventate lungometraggio. Ikone, un potenziale campione che, al pari di Godot, non è mai arrivato. Eppure al suo arrivo a Firenze, esattamente due anni fa, le aspettative su di lui erano enormi. Jorko veniva infatti da un calcio di trionfi e di assalto. Con le sue giocate aveva condotto il Lille a risultati prestigiosi, come il titolo francese vinto nel 2021, e anche la sua ultima partita europea in Champions con i "mastini" era stata una promessa di forza.

In tv lo vedemmo demolire il Wolfsburg a colpi di dribbling e fughe irresistibili, risultando alla fine il migliore in campo e instillando in noi un dubbio: ma perché uno così viene a Firenze? La risposta non è mai arrivata. In compenso sono arrivati i borbottii e gli improperi per il suo rendimento in campo. Perché in maglia viola, più che i suoi gol e gli assist si ricordano gli errori clamorosi. Come quella volta con l’Inter che davanti ad Handanovic si paralizzò, calciando poi altissimo. O quando a Marassi con la Samp, dopo aver scartato tutti anche il portiere, invece di tirare appoggiò la palla al marcatissimo Kouame che non poté concludere l’azione. Fino al gol dilapidato a Monza quando, con la porta spalancata come una voragine vulcanica, ritardò il tiro favorendo il rientro di D’Ambrosio. Tutte occasioni da gol che hanno una somiglianza. Ovvero il fatto di essere state create in proprio con giocate da campione, e poi dilapidate con la sventatezza del dilettante, smentendo così clamorosamente la profezia di Cabral. Il centravanti brasiliano sosteneva infatti che "Ikone è uno che fa sembrare facili le cose difficili".

In realtà a Firenze spesso Jorko ha difficilizzato le cose facili. Come se i sentieri del suo calcio anarchico si coniugassero bene con i dettami del football poco codificato del Lille di mister Galtier, fatto di velocità e creatività dei singoli, e che invece nel sistema corale e didattico di Italiano, trovassero difficoltà di espressione. Ikone, un calciatore jazzista che davanti a uno spartito si smarrisce e stona. Per questo, nel momento in cui l’addio sembra un’ipotesi possibile, il sentimento è duplice. Non si sa se accettare con rassegnazione un addio figlio di un fallimento che è nelle cose. O se invece resistere, temendo di ritrovarsi davanti a un giocatore che, in un ambiente diverso e con un sistema di calcio diverso, possa riannodare i fili strappati del proprio talento e tornare a sprigionare calcio elettrico di alto livello.

Il fantasma, nel caso, ha un nome e un cognome. Si chiama Josip Ilicic e in qualche modo è di nuovo qui a tormentare le notti di chi tifa viola.

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