La (sorprendente) metamorfosi dell’allenatore. Da Zeman al Trap: il ’salto’ di Vincenzo

Il 2023 della Fiorentina è stato un anno di grandi emozioni: un up&down concluso con una classifica da urlo, una resurrezione grazie al celebre stile Juve e l'investimento nel Viola Park. Un anno che ha visto un mutamento esistenziale dell'allenatore e una crescita collettiva dei tifosi. Un anno da ricordare.

di Redazione Sport
31 dicembre 2023

Da Zeman al Trap: il ’salto’ di Vincenzo

E’ stato un 2023 pieno di emozioni: un up&down (più down & up, ad essere precisi), iniziato con un coro (“fate ridere”) in un gennaio non facile seguito da una resurrezione che da Verona in poi ha riportato la Fiorentina in Europa, grazie anche al celebre stile Juve, chiuso da tre vittorie di corto muso e una classifica da urlo per la felicità dei tifosi e di Italiano, novello Malesani impazzito a fine partita sotto la curva. Nel mezzo tante storie, comprese due finali, con quella di Praga diventata col tempo la madre del mutamento esistenziale di un allenatore che da discepolo di Zeman si è trasformato in un update del Trap. Come dire: il fine giustifica i mezzi. Tanto che se la domanda è: meglio perdere giocando bene o vincere con molto senso pratico, la risposta è scritta nella domanda stessa, che messa così sembra abbastanza idiota. Bravo Italiano. Per vincere giocando sempre bene servono anche i giocatori giusti, per perdere giocando male basta riguardare molte partite della prima Fiorentina dell’attuale proprietà. Ma questo resterà nella storia soprattutto come l’anno del Viola Park. Grande investimento, asset fondamentale per la società, luogo di crescita collettiva per le ambizioni di una Fiorentina al passo coi tempi e di storielle che sembrano tratte dalla bio di un buttafuori dello Yab. Dopo giornalisti cattivi, ex dirigenti della precedente proprietà e babbi Natale con mogli ambientaliste, adesso c’è solo da verificare se la Befana ha qualche cugino che in questi anni ha scritto su facebook frasi del tipo “Bisogna spendere”. Solidarietà a chi si occupa delle ricerche anagrafiche, di parentele e di eventuali critiche sui social. Si chiama intelligence, è un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo. In ogni caso tutte queste storielle passano in secondo piano rispetto ai bei risultati ottenuti da Italiano, allenatore di giocatori e di tifosi. I suoi dialoghi ad alta tensione col parterre di Tribuna sono un cult.

C’è da giurare che lui e quel tifoso col quale ama discutere durante le partite adesso siano pure diventati amici. Il tecnico è un duro dal cuore grande, ci sta che i due passino anche il capodanno insieme a discutere ad alta voce di scelte tattiche e di Nzola. A proposito: dopo un anno trascorso a dividerci intorno alla domanda meglio Jovic o Cabral siamo passati al dubbio meglio Nzola o Beltran. Nel primo caso la risposta è stata: Torreira. Nel secondo: Ranieri. E, per ora, va bene così. Adesso, in attesa del mercato, si torna a parlare del Franchi e di dove giocare durante i lavori. I manager dell’Ikea hanno offerto le brugole che servono per smontare il Castellani una volta alla settimana per rimontarlo a Lastra a Signa. Soluzione intrigante. Smettete di litigare però, qui c’è chi sogna ad occhi aperti. Addio 2023: lasciateci sognare in pace. E buon 2024: che sia rock e con tanti gol.

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