La svolta pragmatica dell’allenatore viola. Da Zeman a Trapattoni. Il piacere (riscoperto) di non incassare gol
Mina fa un balletto, Italiano festeggia prendendo in braccio un bambino che si era dovuto guardare i rigori al posto...
Mina fa un balletto, Italiano festeggia prendendo in braccio un bambino che si era dovuto guardare i rigori al posto suo. Troppa sofferenza, troppa umanità. La Fiorentina è un film natalizio che continua a incassare anche dopo le feste. Non c’è più niente di scontato. No. Perfino la svolta pragmatica del tecnico oltrepassa i confini del prevedibile. La difesa a tre non se l’aspettava nessuno. E anche se è chiaramente figlia delle contingenze e dell’impossibilità di schierare due esterni offensivi, la verità è che Italiano sta scoprendo il gusto di non incassare gol. Una emozione recente sintomo di maturità: se hai ambizioni impara a non prenderle. Il fatto che anche poi i gol te li debbano segnare i difensori spiega bene il concetto.
Questa è una squadra dolcemente folle e il suo allenatore che amava tanto Zeman ora galleggia tra il Trap e Sonetti senza porsi tante domande. Ci sta che presto inserirà il libero e chieda al bambino di gestirgli i cambi per troppo stress. Momento surreale. Bello, comunque. In attesa della sport washing cup da giocare in Arabia perché in Italia siamo con le pezze al … e quindi basta pagare, la Fiorentina si divide tra chi si compra e ndoe si gioca, tenendo vivo un doppio dibattito sempre in grado di scuotere la città. Dopo le ore decisive per Ngonge siamo passati a quelle per Vargas, che purtroppo non è il Loco, ricordo indelebile dei giorni passati. Possiamo dire che chiunque venga difficilmente potrà fare peggio di Brekalo, uno che a Firenze ci è passato senza saperlo. Peccato. Solo Sabiri meglio di lui. Misteri.
Poi c’è Ikone, che però non ha un gran mercato, anche se sono in pochi gli attaccanti capaci di attraversare tutta l’area di rigore da destra a sinistra riflettendo sul da farsi mentre tutto lo stadio gli urla nelle orecchie “TIRAAAAA”. Incredibile. Poi mettici uno Nzola che ha capito che forse è meglio cambiare aria e ti chiedi come sia mai possibile essere in zona Champions, in semifinale di Coppa Italia e in corsa in Europa. Ma quindi se azzecchiamo un centravanti e un esterno che vede la porta siamo pronti per giocarci lo scudetto? No, forse no, eppure il discorso con farebbe una piega. Comunque la foto più della settimana è quella del direttore generale Joe Barone sotto la pioggia davanti allo stadio di Modena.
Come noto non c’è stato nessun approccio, era solo un modo per far vedere che la società cerca soluzioni. Il tutto in mezzo alla campagna elettorale, quella che strumentalizzerà (che tristezza) il caso stadio. D’altra parte non c’è niente di più pop del pallone, per cui la propaganda ha vita facile e ognuno fa la sua parte. Nardella cerca una soluzione. Purtroppo a Empoli hanno smarrito la chiave del dieci. E anche l’Audace Legnaia ha detto no. Tu chiamale, se vuoi, emozioni.
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