L’analisi del preparatore. "Crisi iniziata a gennaio. Ma è la punta dell’iceberg. Ora serve più adrenalina»

Stefano Fiorini: "Fiorentina scarica, senza la scossa diventa una squadra normale"

16 febbraio 2024

Solo un crollo mentale o c’è qualcosa di più? L’allarme sembra scattato anche sotto l’aspetto atletico, visto che la squadra non gira più ai ritmi della prima parte di stagione e che i leader tecnici paiono la controfigura di se stessi: "L’ultima partita di alto livello i viola l’hanno giocata il 10 dicembre a Roma, dove fu fatta una gara straordinaria sotto l’aspetto dell’intensità" racconta Stefano Fiorini, ex preparatore di Fiorentina e Cagliari. "Le sfide dopo, comprese quelle vinte, sono state tutte portate avanti con affanno. Questa fase di crisi iniziata a gennaio e che sta proseguendo ora è solo la punta dell’iceberg di un periodo di decrescita".

Quali sono le ragioni di questo calo, Fiorini?

"Ciò che si vede in campo è la risultante di quanto viene fatto in allenamento. E io temo che gli effetti training vengano trascurati anche per la sottovalutazione da parte dello staff di questo fondamentale".

Colpa del mister, quindi?

"No, anche perché Italiano è un tecnico di livello. Dico solo che la Fiorentina è una squadra "nervosa", in senso buono, come lo è il suo allenatore. Ma se le viene a mancare quella scarica di adrenalina che più volte ha fatto la differenza, quella viola diventa una formazione normale. Io credo che il tecnico si fosse accorto che il gruppo era scarico".

In che modo?

"Dopo le vittorie di dicembre e la Supercoppa, Italiano ha concesso giorni interi di libertà ai suoi giocatori. L’obiettivo è chiaro: fargli recuperare energie".

Mercoledì Italiano ha detto che Arthur ha giocato al 40% delle sue potenzialità…

"Se poi il brasiliano ha giocato vuol dire che, pur a un livello più basso dal suo top della forma, sa garantire più di un compagno al 100%".

Passiamo a Gonzalez: è normale che a due mesi dall’infortunio sia così poco incisivo?

"Sì. Il suo stop è stato grave e il recupero dovrà essere completato solo giocando. Lo stesso vale per Belotti, che a Roma ha giocato poco: con un impiego continuo ritroverà la forma".

Nel calo attuale può aver influito la scelta di svolgere il ritiro estivo in città?

"No, parliamo di qualcosa che si è svolto sei mesi fa ormai".

Andrea Giannattasio

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