Le tentazioni di Palladino. Dal modulo senza sorprese. Alla rivoluzione d’assetto. Tutte le opzioni possibili

Il tecnico ha scelto la linea a 3, ma gli uomini in rosa possono mischiare le carte

6 settembre 2024
Fiorentina

La torre di Maratona che svetta sullo stadio Artemio Franchi di Firenze

Di certo e scontato nel calcio c’è sempre stato poco. Figurarsi in una squadra come la Fiorentina che oggi è un cantiere completamente aperto. Raffaele Palladino sta lavorando nel segreto del Viola Park per dare anima e identità alla sua creatura. Sa bene che questi giorni di lavoro sono preziosi. Anzi, fondamentali per quanto si è visto nelle prime cinque partite ufficiali. Normale che certi automatismi siano mancati specialmente nella fase difensiva. Di tempo ne ha poco. Ha chiesto pazienza. Ma anche lui sa che il calcio moderno corre veloce e rimanere attardati adesso sarebbe una zavorra da portarsi dietro a lungo. Ecco perché bisogna fare presto e bene.

Sono i giorni in cui si parla molto del sistema di gioco. Non abbiamo l’impressione che Palladino possa derogare dal suo 3-4-2-1, anche perché con tutti i giocatori a disposizione non l’ha mai provato. A Bergamo la Fiorentina - è quasi una certezza - ripartirà proprio da lì. Ma è giusto anche guardarsi intorno perché la possibilità della lina difensiva a quattro (almeno sulla carta) la Fiorentina ce l’ha. Anzi, di più. I giocatori in rosa sono persino più abituati. Di sicuro quelli che sono rimasti del ciclo Italiano, ma anche Pongracic, fiore all’occhiello del mercato in difesa.

Il 4-2-3-1, praticato allo sfinimento fino allo scorso giugno, non è stato bandito dal neo tecnico viola. Lo sdoganò in conferenza stampa nel giorno della sua presentazione proprio per l’abitudine della squadra. Certo, l’arrivo di Gosens un po’ lo ha allontanato nonostante che parte della piazza ne invocasse il ritorno a gran voce. Applicarlo però si può eccome. Con Dodo e Biraghi (o Parisi) terzini, Quarta e Pongracic centrali (con Comuzzo e Ranieri alternative), mentre Moreno è invece più specializzato nella linea a tre.

Anche a centrocampo Palladino si può sbizzarrire. Nei due mediani ci possono giocare tutti. Da Adli e Bove a Cataldi e Richardson, senza dimenticare il sempreverde Mandragora, che il suo posto alla fine lo trova sempre. Giocatori che però possono fare anche le mezzali in una mediana a tre. Ache davanti di alternative ce ne sono, in attesa che Gudmundsson prenda per mano la Fiorentina. Palladino può scegliere l’albero di Natale, le due punte vicine (e in questo caso la figura di Beltran diventerebbe ancora più importante) oppure i due esterni larghi al fianco di Kean. Contesto nel quale possono calarsi bene Sottil e il redivivo Ikoné.

Alessandro Latini

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