L’esterno brasiliano riaccende il motore. Finalmente Dodo. Il propulsore felice

Il terzino Dodo sta per fare il suo ritorno in campo con la Fiorentina dopo sette mesi di assenza. La squadra e i tifosi attendono con ansia il suo contributo, sperando che possa portare leggerezza e gioia in un momento difficile. Dodo è visto come un portatore di felicità, un giocatore che potrebbe cambiare il corso della stagione viola.

27 marzo 2024
Finalmente Dodo. Il propulsore felice

Finalmente Dodo. Il propulsore felice

Sette mesi dopo freme, eccome se freme. E’ rimasto per tutto questo lungo tempo ad allenarsi ai margini della squadra, sul viso il dolore per l’assenza e la voglia di riprendersi fra le mani il destino. E adesso, adesso che il suo ritorno sembra essere a un passo, visto che qualcuno ipotizza addirittura per sabato prossimo con il Milan la sua presenza in campo da titolare, cosa può fare se non fremere? Quanto è mancata a lui la Fiorentina e quanto alla Fiorentina è mancato in questi sette mesi Domilson Cordeiro dos Santos, terzino di corsa e di felicità che tutti per comodità chiamiamo Dodo. Lui, in questo spazio infinito di assenza, ha fatto ciò che fa chi ha forte dentro il senso del gruppo. E dunque ha applaudito e incoraggiato chi lo ha sostituito. Prima l’irruente Kajode, come lui un uragano giovane mimetizzato da calciatore. Poi il più esperto Faraoni, sinistro geometrico e attenzione difensiva collaudata dalla maturità. Ma gli si leggeva negli occhi che la sua aspirazione era altra.

La sua aspirazione era tornare al suo ruolo naturale di propulsore di calcio e, insieme, di dispensatore di felicità per l’intero mondo viola. Perché Dodo si riassume proprio in questa anima duplice. Tatticamente è un terzino-locomotiva destinato con il suo stantuffare a travolgere difese, oggetti e tutto quanto si trovi sul suo percorso lungo la fascia di destra. Ma filosoficamente per il gruppo è ancora di più. Dodo, un portatore sano di contentezza. Un esterno predisposto alla gioia come lo sono spesso i sudamericani, che sembrano conservare il gusto bambino del prendere a calci una palla anche quando sono uomini maturi e campioni affermati. Sì, Dodo, come il personaggio tv dell’Albero Azzurro che ha il suo stesso nome, è un giocatore che non sembra mai scalfito dall’affanno adulto ma contagiato da un’eterna leggerezza bambina che porta sempre con sé, facendola diventare il suo punto di forza.

E in una Fiorentina alla quale nelle giornate nebbiose e tormentate di inizio 2024 è sembrata mancare proprio la leggerezza e la predisposizione alla gioia, lui potrebbe essere il correttivo giusto. Il calciatore che aggiunge luminosità a una squadra che sembra aver ora bisogno proprio di ciò. Per questo, dovessi scegliere un giocatore simbolo che possa far virare in positivo il finale di stagione viola, alla fine forse sceglierei proprio lui, il brasiliano dispensatore di leggerezza. E se anche ciò non dovesse accadere, se per colpa dell’infortunio il brasiliano non fosse in grado di tornare in tempi brevi ai suoi livelli d’eccellenza, pazienza. In un mondo come quello del Calcio che sembra aver smarrito l’idea della felicità oppresso dalle ragioni del business, tifare Dodo è comunque un piacere, visto che lui è un rivoluzionario buono, uno che sembra star li apposta a ricordarti nei 90 minuti della partita di non essere parsimonioso nella gioia, visto che la felicità è una fra le poche cose che si moltiplica condividendola. Più che calcio, quasi una lezione di vita.

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