L’ex bomber nato a Genk. Il cuore, le origini, i ricordi: "Siamo davvero... Desolati. Ma la mia viola è più forte»

Claudio, figlio di un minatore, è cresciuto in Belgio: "Lì ho un fratello e una sorella" .

di ROBERTO DAVIDE PAPINI -
20 settembre 2023
Il cuore, le origini, i ricordi: "Siamo davvero... Desolati. Ma la mia viola è più forte"

Il cuore, le origini, i ricordi: "Siamo davvero... Desolati. Ma la mia viola è più forte"

Con tutta probabilità, i giocatori viola che domani sera giocheranno a Genk non conoscono la storia di un ragazzino che proprio nella città belga sognava di giocare in Serie A. Quel ragazzino era Claudio Desolati, classe 1955, e il suo sogno lo ha coronato proprio in maglia viola: 152 presenze in Serie A con 43 reti. E’ lui il centravanti gigliato degli anni ‘70. Il Museo Fiorentina lo ha inserito nella “Hall of Fame” viola. Una bella carriera frenata dagli infortuni.

Lei è nato proprio a Genk?

"Sì, sono figlio di emigranti. Mio padre faceva il minatore, come tanti altri italiani negli anni ’60. Eravamo una famiglia molto numerosa, con dieci figli".

Come “incontra“ il calcio italiano crescendo a Genk?

"Ho vissuto a Genk fino ai 14 anni. E ogni domenica arrivava il momento più atteso".

Quale?

"La domenica, quando mio padre lavava la macchina, alla radio sentivo parlare dell’Inter, di giocatori come Mazzola e Facchetti e dicevo a mio padre che un giorno avrei giocato contro questi".

E’ in effetti è successo...

"Aspetti....Prima la mia famiglia si trasferì in Italia, ad Avenza in provincia di Massa Carrara, perché i miei erano della zona, e lì ho anche lavorato in una cava di marmo e in un supermercato. La mattina lavoravo e la sera mi allenavo. Mi vide il Genoa che mi prese nelle giovanili dove dividevo la camera con Roberto Pruzzo".

Poi arrivò la Fiorentina...

Un giorno il presidente del Genoa mi disse di fare le valigie e andare subito a casa. Non avevo valigie, misi tutto in due sacchi di plastica e andai a casa. Pensai che fosse successo qualcosa, invece era la notizia che mi voleva la Fiorentina".

A neanche 17 anni l’esordio in A e poi quel primo gol proprio alla Juve, il 7 aprile del 1973...

"Prima della partita mi tremavano le gambe. Poi dissi a Saltutti di correre veloce, gli misi la palla dove sapevo che la voleva e fece gol. Pareggiò la Juve su rigore, ma a 7 minuti dalla fine in contropiede ricevetti palla da Merlo, ingannai Zoff con una finta e segnai".

Anche a quell’Inter per la quale tifava, poi ha combinato un bello scherzo nel 1977...

"Sì, feci la famosa tripletta nella vittoria per 3-0".

Torniamo al Genk, come vede la gara?

"La Fiorentina è superiore, ma sarà una gara complicata".

Lei ha un fratello e una sorella a Genk, per chi tiferanno?

"Devo chiederlo, ma penso per la Fiorentina. Ci mancherebbe".

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