Terracciano e Christensen. Se il problema è il portiere. Quei dubbi da sciogliere. Il rebus delle alternative

La costruzione dal basso con i portieri protagonisti nello sviluppo del gioco è diventata un vezzo o una necessità per il calcio moderno? Interrogativo che rimbalza da qualche tempo. Anche se dalle parti del Viola Park, o meglio, dall’Inghilterra, il concetto è un po’ diverso, considerate le recenti prestazioni di Terracciano prima e Christensen poi. Entrambi si sono resi protagonisti di qualche sbavatura e alcuni errori che sono costati carissimi, ma non con i piedi. O meglio, non nella partenza del gioco dalla propria area di rigore. Aspetto questo, come si diceva, da migliorare non fosse altro perché Palladino chiede ai propri numeri 1 una partecipazione attiva nell’impianto di gioco, come accadeva con Di Gregorio a Monza. E anche il neo estremo difensore della Juventus qualche incidente di percorso lo ha avuto: quello eclatante proprio con la Fiorentina (Beltran sta ancora ringraziando). Sfumature. In cima alle priorità dell’agenda del ds Pradè la voce portieri non è sottolineata. Ma non si può escludere nulla, pur sapendo che Terracciano ad oggi è il titolare della Fiorentina.

Non solo. Parliamo di calcio d’agosto, che non fa male, per carità. Ma proprio perchè è il momento delle serene valutazioni, la questione portieri deve essere affrontata e quindi archiviata, in un modo o in un altro per non trascinare ombre e dubbi che non farebbero bene ai protagonisti e alla Fiorentina stessa.

Di recente si è parlato anche di potenziali alternative, senza dare seguito. Ad oggi, infatti, i chiacchierati in chiave viola o si sono accasati (Audero) oppure non convincono - per vari motivi - fino in fondo (Musso). E non solo per questo la Fiorentina è sempre nelle mani di Terracciano e Christensen. Al momento. Poi, deciderà Palladino.