Giocò nel grande Perugia. Il pallone piange. Cacciatori, bomber di lotta

Nella sua vita ha sempre lottato, in campo e fuori. Da centravanti vero con i suoi 65 gol che ne...

di Redazione Sport
28 dicembre 2024
Nella sua vita ha sempre lottato, in campo e fuori. Da centravanti vero con i suoi 65 gol che ne...

Nella sua vita ha sempre lottato, in campo e fuori. Da centravanti vero con i suoi 65 gol che ne...

Nella sua vita ha sempre lottato, in campo e fuori. Da centravanti vero con i suoi 65 gol che ne hanno fatto il bomber della Carrarese più prolifico della storia marmifera e da uomo che ha fronteggiato la battaglia della vita per quel tumore che lo fermò quando era in rampa di lancio verso una carriera luminosa.

Marco Cacciatori è morto a 68 anni perdendo la sua ultima sfida con un destino che è stato avverso. Fu l’attaccante del Perugia che Ilario Castagner portò nel 1979 al secondo posto dietro il Milan senza mai perdere e in quell’anno segnò il gol dell’1-1 all’Inter. Poi a 23 anni Marco entrò nell’affare che portò Pablito Rossi al Perugia: Cacciatori (nella foto), il centrocampista Redeghieri e una bella somma in cambio al Vicenza ma in quell’estate, in ritiro, il manifestarsi dei sintomi del male al testicolo. Tre anni fermo, una carriera compromessa sul nascere per questo apuano che staccava di testa in cielo ed era implacabile sotto rete.

Aveva debuttato giovanissimo nella Carrarese nel 1973, poi un anno a Carpi dove in coppia con Salvatore Bagni (anche lui poi finito al Perugia) fece le fortune degli emiliani, quindi il ritorno a Carrara in serie C dove in un anno segnò 25 volte in 34 gare. Corrado Orrico stravedeva per lui. Da qui l’interesse del Perugia che costruiva il suo miracolo in serie A. Fu una breve ma intensa stagione in Umbria. Marco però accettò di scendere in B perché Vicenza era una piazza importante. Ma non aveva fatto i conti con il male. Dopo tre anni di cure e stop agonistico il ritorno in campo con la maglia della Carrarese che ha sempre amato. Poi in serie C Reggiana, Montevarchi (20 gol in 2 anni), Sarzanese, Pistoiese e Pietrasanta. Dopo il calcio le difficoltà nel vedersi riconosciuta la pensione di calciatore, perché mancavano i contributi di quei tre maledetti anni di malattia. Intervennero la Lega e l’Assocalciatori che lo aiutarono ma in agguato c’era ancora il destino avverso, un male differente che è quello che l’ha portato via. Ma quel bomber di razza con un sinistro che non perdonava non è stato dimenticato.

Enrico Salvadori

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