Iannella, se la panchina è donna : "Ora voglio smentire gli scettici"

Sandy, 36 anni, è l’allenatrice del Pontedera Under 18: "Ancora troppi pregiudizi, ma qui mi rispettano"

di ENRICO SALVADORI -
17 febbraio 2024
Iannella, se la panchina è donna : "Ora voglio smentire gli scettici"

Iannella, se la panchina è donna : "Ora voglio smentire gli scettici"

In principio fu Carolina Morace che fu scelta dal vulcanico Luciano Gaucci per la Viterbese che militava in C1 ma con lui, che era un mangia-allenatori per eccellenza, il rapporto si interruppe quasi subito. Ora il primato di essere l’unica donna allenatrice in una società maschile professionistica lo detiene lei: Sandy Iannella, 36 anni, sulla panchina della Under 18 del Pontedera che partecipa oltre che al campionato nazionale di categoria anche alla Viareggio Cup. Una vittoria al debutto con i nigeriani dell’Alex Configuration e una beffarda sconfitta con gli ungheresi della Honved nelle battute finali. Sandy, livornese, comincia a giocare a calcio quando aveva cinque anni. E capisce che il pallone sarà la sua vita. Da giocatrice (centrocampista con attitudini offensive) fa il giro d’Italia: Firenze, Livorno, Torres, Mozzanica, Cuneo, Sassuolo, Pontedera. Una quarantina le presenze in Nazionale. E proprio a Pontedera chiude la carriera agonistica alla fine della stagione scorsa. "Avevo preso da tempo il patentino di allenatore e la panchina mi attirava. Ho avuto la fortuna di trovare subito un posto: per me non faceva differenza calcio maschile o femminile. Da questo punto di vista sono di larghe vedute".

La proposta della società toscana di guidare la formazione Under 18 granata l’ha subito convinta. "Non ci ho pensato neppure un attimo. Mi piacciono le sfide". Dal 16 agosto si è messa a lavorare con un gruppo di giovani molto collaborativi. "Con loro ho un rapporto tranquillo e sereno. Ho trovato giocatori disponibili e volenterosi di apprendere le mie idee che sono frutto dell’esperienza maturata nella mia carriera". Inzialmente Sandy aveva pensato a uno schema con la difesa a quattro e il trequartista dietro le punte ma poi, capendo meglio le caratteristiche dei suoi giocatori, si è resa conto che era meglio passare a una difesa a tre. "Nelle ripartenze siamo molto veloci e temibili ma voglio una squadra camaleontica che non si fossilizzi su uno schema e sia capace di adeguarsi".

Ma esiste pregiudizio verso una donna che allena gli uomini? "Purtroppo sì – dice Iannella - ma non dall’interno bensì dal mondo esterno che gravita attorno al calcio. Molti continuano a pensare che le donne e il calcio non siano completamente compatibili. Il primo obiettivo è smentire questi scettici. A Pontedera tutti mi rispettano". Secondo Sandy Iannella è comunque più difficile allenare i maschi rispetto alle donne. "Le ragazze giocano con grande passione. Soprattutto all’inizio non pensano soprattutto alla carriera che significa soldi. Ci mettono tanto entusiasmo. L’obiettivo di fare strada a tutti i costi è un chiodo fisso per tanti giocatori uomini e per coloro che li circondano e li seguono. Purtroppo per molti il sogno di diventare dei grandi campioni o dei professionisti non si avvera".

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