Acerbi, assoluzione e polemiche. Nessuna prova di insulti razzisti:. Francesco torna per Inter e Italia. Juan Jesus e il Napoli non ci stanno

Per il giudice sportivo attendibile sia la testimonianza del nerazzurro, che quella del difensore brasiliano: ma i riscontri sono insufficienti per la condanna. Replica con il simbolo del Black Power e un duro comunicato.

di GIULIO MOLA -
27 marzo 2024
Nessuna prova di insulti razzisti:. Francesco torna per Inter e Italia. Juan Jesus e il Napoli non ci stanno

Nessuna prova di insulti razzisti:. Francesco torna per Inter e Italia. Juan Jesus e il Napoli non ci stanno

L’Inter e soprattutto Francesco Acerbi tirano un sospiro di sollievo: il giudice sportivo ha assolto il difensore nerazzurro dall’accusa di insulti razzisti a Juan Jesus. Che ora non potrà fare ricorso. Sentenza che fa discutere, ma da rispettare. Le motivazioni della decisone nel lungo comunicato arrivato ieri all’ora del caffè: il contenuto discriminatorio delle frasi rivolte da Acerbi a Juan Jesus "senza che venga messa in discussione la buona fede del calciatore del Napoli", risulta essere stato "percepito dal solo Juan Jesus, senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale".

Di fatto entrambi le testimonianze sono considerate attendibili, ma la parola di uno contro quella dell’altro non sono sufficienti per una condanna e l’applicazione l’articolo 28 del codice di giustizia sportiva, che avrebbe comportato la squalifica per almeno dieci giornate.

Serviva infatti "un minimo corredo probatorio, o quanto meno da indizi gravi, precisi e concordanti in modo da raggiungere al riguardo una ragionevole certezza", scrive il giudice. E in questo caso non si sarebbe invece raggiunto "il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata".

Accolta dunque la linea difensiva dell’Inter. E fine dell’incubo per il 36enne difensore dopo dieci giorni d’inferno seguiti alla sfida Inter-Napoli. Come si ricorderà, durante il secondo tempo del match dello scorso 17 marzo Juan Jesus si avvicinò all’arbitro La Penna lamentandosi: "Acerbi mi ha detto negro, e a me non sta bene". Dopo la partita, il brasiliano ridimensionò l’accaduto: "Con Acerbi ci siamo chiariti, mi ha chiesto scusa, è un ragazzo intelligente, sono questioni di campo".

Pace solo apparente, durata appena ventiquattro ore visto che il lunedì, dopo essersi presentato nel ritiro della Nazionale a Roma, lo stesso Acerbi, il ct Luciano Spalletti e la Federazione decisero che "per la serenità di tutti" era giusto che l’interista tornasse a casa. Rientrato a Milano e incalzato dai cronisti alla Stazione Centrale, Acerbi sostenne di non avere "mai pronunciato la parola negro, né avere rivolto insulti razzisti a Juan Jesus". Dichiarazioni che provocarono la reazione sdegnata di Juan Jesus, che decise di sfogarsi con un post sui “social“ per denunciare l’incoerenza dell’interista, che prima si sarebbe scusato (a questo punto viene da chiedersi, per cosa?) e poi ha invece negato di averlo offeso con espressioni razziste. Acerbi ha invece ribadito la sua versione sia con i vertici dell’Inter sia poi davanti alla Procura Figc.

"Ora sciacquatevi la bocca!", il duro commento di Claudia Scarpari, la moglie di Acerbi. Che prosegue così: "Cin cin. A chi insulta i familiari. A chi minaccia la vita dei figli. Ai leoni da tastiera. A chi ha sommerso di insulti me e i miei figli, cin cin".

Juan Jesus, dopo il verdetto che chiude la vicenda, ha postato su Instagram un pugno chiuso, simbolo del Black Power. "Restiamo basiti. Il signor Acerbi non è stato sanzionato. A questo punto il colpevole dovrebbe, per la ‘giustizia’ sportiva, essere Juan Jesus. Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione. Questo il post della società partenopea. La vicenda è chiusa, sul fronte della giustizia, ma non sugli altri.

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