Da Esposito a Baldanzi e Pafundi L’Italia del futuro è già nella storia

di GIACOMO GUIZZARDI -
10 giugno 2023

di Giacomo Guizzardi

Generazione azzurra, generazione che promette bene: sta stupendo tutti, da Trieste a Lampedusa, la spedizione dell’Italia Under 20 ai Mondiali in Argentina, con i ragazzi di Nunziata che hanno saputo conquistare, nella notte tra giovedì e venerdì, la prima finale nella competizione. Un traguardo che parte da lontano e che trova fondamento nelle prestazioni di ragazzi già in rampa di lancio, pronti per spiccare definitivamente il volo: a battere la Corea del Sud, avversaria temibile soprattutto da un punto di vista atletico, ci hanno pensato Cesare Casadei e Simone Pafundi, protagonisti, seppur in maniera diversa, di questa avventura mondiale. Il primo era finito su tutti i giornali l’estate scorsa, dopo la cessione dall’Inter al Chelsea per venti milioni di euro, bonus compresi: cifra da alcuni ritenuta eccessiva, con il ragazzo cresciuto a Cervia che a gennaio è passato in prestito al Reading, per trovare maggiore spazio. E così è stato, ma la consacrazione totale sta arrivando in Argentina: sette gol fin qui, scarpa d’oro del torneo e miglior marcatore azzurro di tutti i tempi nella competizione, Casadei ha aperto le danze con un destro in corsa che si è spento all’angolino. Torta completa, mancava la glassa: dolcissima e preziosissima la punizione del più giovane del gruppo, il classe 2006 Simone Pafundi, che al minuto 86 ha preso la mira e ha scaricato in porta, col suo mancino, il pallone che è valso la finale, regalando il successo ai suoi da calcio piazzato. Ma è soprattutto un’Italia operaia quella che si giocherà il titolo domenica sera (ore 23, italiane) a La Plata contro l’Uruguay: l’Italia di capitan Giovane, tuttofare di proprietà dell’Atalanta; l’Italia dei rocciosi Guarino e Ghilardi, centrali difensivi; l’Italia dei muscoli e della fisicità di Prati e Faticanti, mediani con licenza di offendere. Ma è anche l’Italia di Ambrosino ed Esposito, figli della Campania: il primo si sta ritagliando un minutaggio importante, anche grazie alla sua abilità di fare gioco, e di imbucare i compagni, riuscendo ad agire lontano dalla porta (su di lui il fallo che ha portato alla punizione di Pafundi); il secondo, classe 2005, domenica sera sarà, come i fratelli Sebastiano e Salvatore, impegnato in una delle tappe più importanti della sua, fin qui, breve carriera. E infine c’è Tommaso Baldanzi: il trequartista cresciuto nel settore giovanile dell’Empoli ed esploso nella stagione appena conclusa proprio con l’azzurro indosso sta facendo ammattire le difese in questo Mondiale, sfruttando il baricentro basso e la varietà di colpi a disposizione nel suo repertorio. Nunziata, fin qui autore di un miracolo vista la quantità di defezioni avute al momento di stilare la lista dei convocati, ha ammesso: "Abbiamo fatto la storia? No, la storia la faremo domenica se vinceremo". Matita in mano e pagina bianca da riempire: gli azzurrini ci provano, con la consapevolezza che il Mondiale ha attirato su di loro luci e opportunità. Tutte da cogliere.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su