Derby d’Italia, corazzate di acciaio a duello. Inter senza limiti, la Juve cerca nuovi gol

Il 26 a Torino la sfida fra le migliori difese: ma i nerazzurri in vetta sanno segnare di più. Per Vlahovic e Chiesa già un lungo digiuno

di MATTIA TODISCO -
14 novembre 2023
Derby d’Italia, corazzate di acciaio a duello. Inter senza limiti, la Juve cerca nuovi gol

Derby d’Italia, corazzate di acciaio a duello. Inter senza limiti, la Juve cerca nuovi gol

La prima buona notizia per Simone Inzaghi, verso Juventus-Inter, è che stavolta si giocherà di domenica. Nelle ultime due occasioni in cui i nerazzurri sono tornati in campo dopo la pausa, a settembre e ottobre, hanno dovuto affrontare l’impegno di sabato, con i sudamericani rientrati chi due giorni, chi addirittura un giorno prima.

La preoccupazione è in particolar modo rivolta a Lautaro Martinez. Alla 1.30 italiana del 22 novembre giocherà un tendenzialmente infuocato Brasile-Argentina (tra i verdeoro ci sarà Carlos Augusto). Il tempo di tornare e smaltire il jet-lag, svolgendo un paio di allenamenti prima della grande sfida del 26. Stesso programma per Sanchez dopo Ecuador-Cile. Oltre al capitano, Inzaghi non vedrà ad Appiano per qualche giorno altri quindici giocatori. A parte Mkhitaryan, che ha salutato la nazionale tempo fa, ci sono tutti i titolari dell’ultima partita contro il Frosinone. Il tecnico farà gli scongiuri del caso per evitare che i suoi si fermino causa intoppi di vario tipo. Ad oggi l’infermeria conta i soli Pavard e Cuadrado, il secondo dei quali potrebbe recuperare dalla tendinite ed esserci nella gara da grande ex. Domenica era indisponibile anche Asllani, ma solo per un affaticamento, tanto che l’Albania ha confermato la convocazione.

Che l’Inter sia una squadra in salute si evince dai numeri: prima in Serie A, in testa a pari punti con la Real Sociedad anche nel girone di Champions League. Miglior attacco (con Lautaro capocannoniere) e miglior difesa del campionato, un ruolino di marcia immacolato in trasferta e un solo gol subito lontano dal Meazza. Il modo migliore per presentarsi al cospetto di un appuntamento storicamente complicato per i nerazzurri, anche se negli ultimi anni Inzaghi ha provato a invertire la rotta. A Torino ha perso quando non meritava che accadesse (2-0 nella passata stagione dopo un’ora di predominio e clamorose occasioni sciupate) e ha vinto quando ha tirato in porta una volta in tutta la gara, su rigore di Calhanoglu alla sua prima stagione interista. Un “corto muso“ contro il collega celebre per l’aforisma sulle vittorie di misura.

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