Derby d’Italia e dei veleni. La madre di tutte le sfide fra polemiche infinite

Storia di una partita mai banale e che ormai da un secolo va oltre le righe. Fra battute dei presidenti, casi arbitrali, insulti feroci e sfottò da bar sport.

di GIULIO MOLA
13 febbraio 2025
Lo juventino Andrea Cambiaso e l’interista Henrikh Mkhitaryan in un’istantanea dell’ultima sfida fra le due squadre

Lo juventino Andrea Cambiaso e l’interista Henrikh Mkhitaryan in un’istantanea dell’ultima sfida fra le due squadre

Sembra quasi uno scherzo del destino. Juventus-Inter in programma domenica sera è cominciata, ufficialmente, al minuto cinquantadue di Juventus-Psv Eindhoven di martedì sera (andata dei playoff di Champions League), con il gol di Ivan Perisic (ex nerazzurro dello scudetto di Antonio Conte), col sinistro graffiante dopo aver coricato serenamente Kelly. Chapeau al croato e primi fantasmi su quella che per le due tifoserie resta la madre di tutte le partite.

Ieri è stato designato il direttore di gara (Mariani di Aprilia col bergamasco Mazzoleni al Var) ma per fortuna non sono state agitate polemiche “social“. In passato, invece, non passava una bella vigilia l’arbitro spedito a dirigere il derby d’Italia, perché in un modo o nell’altro c’era sempre qualcuno che aveva qualcosa da ridire, tirando fuori dagli armadi presunti “dossier“ e scartoffie varie.

Che piaccia o no, è questa la storia di Juventus-Inter. Cent’anni (e passa) di attitudine (al Potere). Una sfida infinita e infarcita di parole e veleni, rigori e scandali, ditini puntati (Conte verso Andrea Agnelli, ricordate?). Dalle battute di Peppino Prisco ("Se do la mano a un milanista me la lavo, se la do a uno juventino conto le dita"), alle provocazioni dell’Avvocato Agnelli ("Giampiero, hai sentito che il nostro cuoco ha preso l’Inter?", disse nel 1984 rivolgendosi a Boniperti e commentando l’acquisto del club da parte di Ernesto Pellegrini), dalla beffa del 5 maggio al più recente slogan “guardie e ladri“ coniato da Max Allegri. C’è di tutto nell’ipotetica “guida“ consigliata al tifoso per comprendere di che sostanza è fatta una sfida che va in scena da oltre un secolo fra due club che sull’asse Torino-Milano si sono spartiti 56 scudetti (36 Juventus, 20 Inter) su 120 totali.

Certo, la spallata di Iuliano a Ronaldo, resta l’Armageddon di Juventus-Inter. Ancora oggi, nei salotti televisivi o albar dello sport ci si chiede se quello fosse rigore o no, e non ci si mette d’accordo. Quel 27 aprile 1998, c’era in ballo lo scudetto. Nel caos totale un gentiluomo come Gigi Simoni urlò all’arbitro Ceccarini il "Si vergogni, si vergogni” più famoso del calcio italiano. E poi i veleni post-calciopoli. Nell’estate del 2006 alla Juventus vengono revocati gli scudetti 2004-05 e 2005-06: club retrocesso in B, -17 di penalizzazione. Il titolo del 2005-06 viene assegnato all’Inter. Per gli juventini quello è “lo scudetto di cartone”. Gli interisti replicano che i +2 scudetti che la Juve si autoassegna - 38 invece di 36 - sono una fake. Anche questo è Derby d’Italia.

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