Il Superallenatore. Inzaghi pigliatutto con dedica alla società: "Non ci fa mancare nulla»

Da quando nel 2021-22 ha ereditato la panchina da Antonio Conte, il tecnico piacentino ha puntato sul bel gioco per arrivare alla vittoria: e ora il collezionista di trofei vuole la seconda stella per entrare nella storia .

di GIULIO MOLA -
24 gennaio 2024

È dolcissimo il risveglio di Simone Inzaghi dopo aver sollevato al cielo la quinta Supercoppa della sua carriera (terza di fila dell’Inter). Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sullo spessore del collezionista di trofei, dovrà cominciare a ricredersi anche perché dopo il successo di Riad il tecnico piacentino raggiunge un altro record: come riporta Opta, infatti, è l’allenatore che ha sollevato il trofeo in più finali nella storia dell’Inter tra tutte le competizioni (dal 1929/30), superando Helenio Herrera e Roberto Mancini (entrambi a 4).

Ma Inzaghi, da grande allenatore, non è uno di quelli cui piace autoincensarsi. Insomma, non “se la tira“. Per lui parlano i risultati. Piuttosto le sue prime parole, tornando in Italia, sono un bellissimo elogio rivolto a tutti i componenti del club. Partendo dalla proprietà, passando per i dirigenti e i suoi calciatori su cui spicca Lautaro, l’uomo partita. Perché quandosi vince il merito è di tutti, sempre. "Io re di Supercoppa? Sono soddisfatto, certo, i complimenti fanno piacere. Però è giusto condividere quello che è stato fatto in Arabia con i ragazzi. Abbiamo disputato due gare spettacolari, e dico grazie alla società che non ci ha mai fatto mancare nulla".

E’ fatto così Simone. Più riflessivo e meno istintivo, col tempo è maturato. Da quando (nel 2021-2022) ha ereditato la panchina di Conte, ha “lavorato“ per il bel gioco al centro di tutto. Non solo: fuori dal campo è una persona che mette sempre davanti “gli altri”, e la grandezza di un tecnico si vede anche da questo. Motivo per cui la stima nei suoi confronti è aumentata ogni anno di più. Così come la crescita gestionale e tecnica sono state pari al grado di difficoltà che l’Inter ha dovuto affrontare nelle ultime estati. A Riad l’Inter ha fatto vedere tutti i colpi del suo repertorio. Organizzazione di gioco, solidità, cinismo, qualità. Una squadra affamata di vittorie, chirurgica e spietata: travolgente nella semifinale contro la Lazio, aggredita sin dal primo minuto e mai capace di rispondere colpo su colpo ai nerazzurri. Lì si è vista una squadra che gioca a memoria e con una panchina forte. Più giudiziosa quella che ha affrontato diversamente il Napoli, ma senza mai perdere la pazienza nonostante le trappole seminate sul campo da Mazzarri. "Abbiamo trovato avversari che hanno lottato come leoni, però ero fiducioso. Avevamo cambiato modulo, siamo stati bravi a trovare il gol al 90’ allargando il gioco, sono contento perché abbiamo cercato il gol fino alla fine". Perché questo è il segreto della nuova Inter: meno fragile e più pratica, capace di adattarsi agli avversari senza rinnegare la propria filosofia di gioco. Ma due parole in più Inzaghi le spende per altri protagonisti della notte da favola. Lautaro Martinez prima di tutto: "E’ un capitano vero, un grandissimo uomo e giocatore. Voi lo guardate per le gesta che fa in campo, io lo vedo nel quotidiano come aiuta la squadra in ogni momento. Ha fatto sei mesi spettacolari, ora l’obiettivo è finire la stagione nel migliore dei modi". E poi un ringraziamento speciale va ai “coraggiosi“ che hanno affrontato la lunghissima trasferta pur di essere vicino alla squadra: "I tifosi sono stati meravigliosi, hanno capito la nostra dedica quando tutti siamo andati ad esultare con loro sotto il loro settore".

Da oggi si volta pagina. Dopo la meritata giornata di riposo testa e gambe alla trasferta di Firenze ma dall’Arabia Saudita il messaggio arriva forte e chiaro anche per la Juve, l’unica a reggere il passo nella corsa allo scudetto. Se i bianconeri si sono appena lasciati alle spalle il diciassettesimo risultato utile consecutivo fra campionato e coppa Italia, anche l’Inter vuole allungare la striscia positiva (ultimo ko poco più di quattro mesi fa, a San Siro col Sassuolo). Seconda stella nel mirino. Il cammino è quello giusto.

.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su