Inter, che poker alla Dea. Barella firma una magia e Thuram vale doppio

Nerazzurri avanti dopo nemmeno dieci minuti grazie all’autogol di Djimsiti. Poi la squadra di Inzaghi dilaga: San Siro resta un tabù per l’Atalanta.

di GIULIO MOLA -
31 agosto 2024
Barella firma una magia e Thuram vale doppio

Nicolò Barella, autore del gol del raddoppio. L’Inter guadagna la testa temporanea della classifica

Avviso ai naviganti, l’Inter schiacciasassi è tornata. Dopo il 2-0 contro il Lecce, secondo successo consecutivo in casa: il 4-0 sbriciola le ambizioni dell’Atalanta e catapulta i campioni d’Italia in testa alla classifica almeno per una notte in compagnia del sorprendente Torino. La Dea torna a Bergamo senza rimpianti: San Siro nerazzurro è ormai un tabù per il club dei Percassi a digiuno di vittorie da oltre dieci anni. Certo, le assenze (su tutti Scalvini e Scamacca, ma pure Hien e Zaniolo) pesano, ma due ko in una settimana e sei gol incassati devono far riflettere Gasperini. Ci sono calciatori che vanno recuperati in fretta (Lookman), altri che devono inserirsi (Samardzic) e una retroguardia da registrare. Di contro un’Inter (quasi) perfetta, con Lautaro in coppia col devastante Thuram. "Vincere è difficile, rivincere lo è di più. Conta la mentalità", aveva detto il presidente Marotta prima del match. Vero. Tanto più che da ieri l’Inter può contare pure su Tomas Palacios: il difensore argentino classe 2003 arriva dal Talleres per 6,5 milioni più bonus. Match senza storia. Pronti via, e l’Atalanta (con De Ketelaere in panchina e Brescianini titolare) capisce subito che sarà una serata complicata. Bastano 9 minuti di frizzante Inter: fortunata la rete che spacca il match (2’) quando su cross di Thuram il pallone cambia traiettoria dopo la deviazione di Djimsiti ingannando Carnesecchi, spettacolare il raddoppio di Barella (9’) con un sinistro al volo dal limite. Ma c’è tanto altro: manovra fluida, pressing alto, ripartenze micidiali. La Dea pare l’ombra della squadra delle passate stagioni: fragile in difesa, lenta in mediana e spuntata davanti. Eppure le occasioni per riaprire il match arrivano: al 14’ per esempio, con la respinta di Sommer su Zappacosta e il tapin sbagliato di Retegui, poco assistito da Samardzic che si fa notare solo al 28’ (sinistro da fuori). Se proprio va trovato un difetto all’Inter è l’eccesso di narcisismo che traspare nel finale di tempo. Thuram sfiora ancora il gol col sinistro, ma il pallone toccato da Djimsiti sbatte sul palo.

Gasp è una furia, se la prende con i centrocampisti che concedono troppi spazi. Ma la scossa dopo l’intervallo non arriva se è vero che dopo due minuti la difesa bergamasca formato presepe di Natale si fa beffare dal rapace Thuram che ci mette la punta e chiude il match. La quarta rete (in fotocopia) del francese pochi giri di lancette dopo renderà più bella festa interista, cui partecipano nel finale anche Asllani, Carlos Augusto, Frattesi, Taremi e Arnautovic. Quest’ultimo trova il tempo per arrabbiarsi dopo aver mancato il 5-0. Poco male. Inzaghi sorride comunque. Bastoni e Calhanoglu sostituiti nel secondo tempo per affaticamenti muscolari.

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