Inter, conto alla rovescia. Dimarco apre la festa. Sanchez chiude le danze

Empoli sconfitto senza troppe difficoltà, Inzaghi scatena l’esultanza. Il Milan è a meno 14 quando mancano solo otto giornate alla fine.

di MATTIA TODISCO -
2 aprile 2024
Dimarco apre la festa. Sanchez chiude le danze

Dimarco apre la festa. Sanchez chiude le danze

La marcia verso lo scudetto è ripartita. L’Inter vince, alla ripresa dopo la sosta per le nazionali. Supera 2-0 l’Empoli al Meazza con una rete per tempo, Dimarco e poi Sanchez. Crea tanto, concede poco. Mantiene il +14 sul Milan e riduce a otto le giornate mancanti. Le due settimane senza partite in nerazzurro non sembrano aver scalfito la naturalezza con cui i ragazzi di Inzaghi eseguono sul campo. Fin dall’avvio: Dimarco, in un film già visto, si sposta a destra quasi di soppiatto per poter colpire col piede forte (il mancino) e Bastoni lo trova nel modo giusto. Accade al 6’, in quello che è già il secondo assalto alla porta di Caprile, il primo sventato su Lautaro proprio dal portiere degli empolesi. Che concedono, soprattutto sul lato destro, dove Bastoni trova una prateria per inserirsi in area, andando fino in fondo e colpendo un palo. Non è però un rinunciatario attendere, quello deciso da Nicola. Gyasi viene fermato due volte in extremis in area interista, Marin ci prova da lontano testando i pronti riflessi di Audero.

E Acerbi? Difende, come gli è richiesto. La Curva Nord lo applaude. Marotta lo “assolve“ nel pre-gara, pur colpito visibilmente da quanto accaduto con Juan Jesus durante Inter-Napoli. "Una pagina amara – dice –. Abbiamo chiesto al giocatore e ha detto la sua verità. Condanniamo ogni forma di razzismo e siamo al fianco di Juan Jesus. Però c’è un aspetto giuridico che va rispettato. Acerbi è un uomo con la U maiuscola e saprà venire fuori da questa situazione".

Sulla situazione societaria, invece, "Zhang ha voglia di andare avanti, sotto la sua direzione sono arrivati tanti trofei e ci sono tutte le possibilità per proseguire in questa direzione".

Fatto sta che il presidente si perde dal vivo un’altra gara da oltre 71mila spettatori al Meazza, in cui la capolista si presenta nella ripresa con velleità di raddoppio. Caprile le alimenta regalando un pallone che Lautaro non si accorge di poter avere a disposizione, mentre Barella ha tutto il tempo per colpire da centro area e allarga troppo il mirino. Davanti le punte sembrano nella classica fase in cui si prende respiro per sopraggiunto affanno, Thuram respinge addirittura una conclusione di Pavard diretta verso la porta ospite. Il difensore ci riprova poco dopo trovando Bereszynski in chiusura disperata. Inzaghi chiama i rinforzi: Asllani e Carlos Augusto. Nella girandola di cambi richiama in panca persino Lautaro e l’intuizione è corretta, perché al suo posto entra Sanchez, servito da un altro subentrato, Dumfries. Il tecnico si lascia andare all’esultanza sfrenata e anche il Meazza capisce che si può festeggiare.

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