Inter, il peso di Correa. Tucu senza mercato. Sarà la quinta punta?

Joaquin Correa, attaccante dell'Inter, sembra destinato a restare a Milano nonostante le sirene di altri club. Nonostante le critiche, il giocatore potrebbe essere importante per la squadra in determinate situazioni. Il suo futuro potrebbe essere diverso, ma per ora si concentra sul presente con l'Inter.

di MATTIA TODISCO -
28 agosto 2024
Tucu senza mercato. Sarà la quinta punta?

Joaquin Correa, 30 anni, reduce da una stagione in prestito all’Olympique Marsiglia in cui non ha mai segnato

Incatenati alla Madonnina si sta bene persino vedendo il campo di rado. Anche sapendo, a lungo andare, che per riuscire a strappare minutaggio si dovranno attendere appuntamenti come la Coppa Italia, se ci sarà turnover, o i garbage time del campionato. A Joaquin Correa, evidentemente, la metropoli milanese aggrada. Si è sposato da circa un anno con Chiara Casiraghi, figlia di Pierluigi, monzese. È arrivato in Italia nel 2015, ha aperto due parentesi a Siviglia e Marsiglia, ma nei confini tricolori sperimentati tra Sampdoria, Lazio e Inter sta bene, tanto che le sirene greche dell’Aek Atene e quelle arabe in qualche modo accennate (e chissà che non tornino dopo il 30 agosto) finora poco lo hanno scalfito. Piuttosto, destino di cui è ben conscio, meglio restare a Milano a fare la quinta punta che Inzaghi non disdegna, utile in campionato di tanto in tanto per far riposare i più accreditati compagni, ma fuori dal palcoscenico della Champions per ristrettezze della lista.

Il pre-campionato, accanto a Taremi ma a lungo senza Lautaro, Thuram e Arnautovic per posticipate vacanze, è stato quasi certamente il periodo in Correa potrà dire di aver visto i suoi picchi di minutaggio. Non ha sfruttato l’ennesima chance per farsi apprezzare dalla piazza, ha raccolto invece fischi all’U-Power Stadium dopo un’incolore prestazione contro l’Al-Ittihad. Non che all’argentino se ne perdonino molte. Questione di percezione: anche Taremi ha faticato nella seconda parte della gara col Lecce, ma nel frattempo aveva fatto molto meglio nelle amichevoli, per non parlare del curriculum realizzativo che si porta dietro. Di più: non è sbagliato affermare che qualche tifoso vede in Correa, nonché in Arnautovic, la ragione principale del mancato arrivo del Gudmundsson di turno, l’attaccante dalle qualità mancanti, la ciliegina sulla torta di una squadra che pensa lo stesso di potersela giocare ai massimi livelli, ma ancor di più avrebbe potuto affermarlo se fosse riuscito l’incastro giusto sul mercato.

All’Inter non se la sono sentita di replicare quanto fatto alla Juventus con Chiesa. Arnautovic ha comunque contribuito a vincere uno scudetto, è ben voluto nello spogliatoio. Lo stesso Correa ha un rapporto umano consolidato negli anni con Inzaghi, l’uomo che lo ha voluto a Milano. I loro 3,5 milioni netti l’anno peseranno, salvo colpi di scena sul gong, sul bilancio per un altro anno di contratto, poi ci si saluterà con l’obiettivo di fare posto a un futuro innesto. Non sarà più Gudmundsson, nemmeno Chiesa che lascerà Torino in questi giorni per un’esperienza estera. Ma sarà la seconda punta guizzante, tecnica, con qualche gol nei piedi che l’allenatore avrebbe voluto con sé già adesso.

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