Inter, per Zhang è una corsa contro il tempo

Oaktree non fa sconti e neanche rivoluzioni: scade il termine per ripianare il prestito con 385 milioni, il club al fondo americano

di MATTIA TODISCO -
21 maggio 2024
Inter, per Zhang è una corsa contro il tempo

Inter, per Zhang è una corsa contro il tempo

Persino dentro l’Inter, da quelle stesse stanze in cui fino a poco tempo fa si professava "ottimismo" rispetto agli sviluppi della vicenda Zhang-Oaktree, ieri sera filtrava una versione all’opposto: se non accadono miracoli, si va verso il cambio di proprietà. Grazie alla festa nazionale del 20 maggio in Lussemburgo, il termine ultimo per pagare il debito da 275 milioni di euro più interessi al 12% è slittato a oggi. Qualora il presidente nerazzurro non dovesse troverà i circa 385 milioni a cui è salita la somma complessiva che la controllante del club deve al private equity, Oaktree (che non intende aprire all’ipotesi di un riscadenziamento) procederà all’escussione del pegno diventando proprietaria del 99,6% della società. Avrà infatti il controllo sia delle quote in mano a Suning che di quelle di Lion Rock, come da documentazione firmata dalle parti.

Una mossa con cui il fondo americano, al momento degli accordi stabiliti tre anni fa, si è messo al riparo da spiacevoli inconvenienti futuri: subentrando non avrà un’azionista di minoranza legato a Suning, con cui i rapporti non sono idilliaci, come quasi mai si rivelano essere quando al termine della scadenza di un prestito si arriva all’esito dell’escussione. I tempi per il passaggio di consegne dovrebbero essere molto brevi, già mercoledì potrebbe esserci un comunicato ufficiale, mentre quelli per stabilire quanto entrerà nelle tasche di Zhang saranno presumibilmente lunghi. Al presidente nerazzurro deve infatti essere riconosciuta la differenza tra la somma prestata (interessi compresi) e il valore attuale delle quote, certamente superiore a 385 milioni e che verrà certificato da una società scelta da Oaktree. Difficile si arrivi a una cifra accettata dalla controparte, ma sarà una questione tra il private equity e la società di Nanchino, non l’Inter.

I nuovi proprietari guardano già al futuro. Non faranno stravolgimenti nel management ed è probabile (per avere certezze bisognerà attendere la nomina del nuovo presidente e del Consiglio d’amministrazione alla prossima assemblea dei soci) che diano per il mercato gli stessi input di Zhang: carta bianca, purché ci si autofinanzi. Finché non si troverà un compratore, a cui gli americani intendono cedere in un arco temporale non superiore ai tre-cinque anni, da parte di Oaktree c’è tutto l’interesse a mantenere alto il valore del club. Ad oggi non ci sono conferme sulla possibilità che possa già esserci un acquirente dietro alle mosse del private equity.

Nel frattempo ieri è andata in scena l’ennesima festa per il ventesimo scudetto. Un party al Castello Sforzesco con circa 700 invitati tra dipendenti, vecchie glorie e vip, tutti con molta voglia di pensare al trionfo sportivo presente e poco a quel che sarà. Ovviamente assente Steven Zhang, non solo fisicamente (ormai un’abitudine che va avanti dall’estate scorsa) ma anche col video-discorso in preparazione nei giorni scorsi, mai diffuso. L’ormai probabile epilogo tra Suning e Oaktree ha lasciato stupefatti diversi giocatori che fino a poco tempo fa ridevano e scherzavano direttamente col principale in diretta Instagram e che ora resteranno amici, non più dipendenti, di quello che si avvia ad essere un ex presidente dell’Inter. In settimana potrebbe anche esserci l’auspicato (dal calciatore) vertice tra i dirigenti e l’entourage di Lautaro Martinez per il rinnovo, ma nulla di definitivo potrà essere deciso finché Oaktree non comincerà ad operare.

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