Inter, ti manca il derby. Lunedì contro il Milan lo scudetto è a tre punti

I nerazzurri si illudono contro il Cagliari, poi si fanno raggiungere per due volte. Apre Thuram, risponde Shomurodov, poi Calha e Viola: ora un pari non basterà.

di MATTIA TODISCO -
15 aprile 2024
Lunedì contro il Milan lo scudetto è a tre punti

Lunedì contro il Milan lo scudetto è a tre punti

Se vorrà vincere il campionato nel derby, l’Inter dovrà battere il Milan. Sarebbe potuto bastare il pari, se i nerazzurri avessero battuto il Cagliari, ma i sardi hanno strappato un meritato 2-2 contro una versione poco brillante della capolista. La squadra di Inzaghi, che vorrebbe regalarsi il match point scudetto alla prossima, non è in gran serata. Parte con il solito palleggio prolungato, pendente a sinistra dove Dimarco, Bastoni e Sanchez formano un triangolo attorno al quale le maglie avversarie rischiano di collassare. Barella e Dimarco ci provano presto, entrambi dando sfoggio di coordinazione ma lasciando intatto il punteggio. Ranieri, per contro, si gioca le sue carte con coraggio. I sardi restano rannicchiati e ripartono. Ai lati di Shomurodov scattano Jankto e Luvumbo, quest’ultimo vicino al vantaggio con un’incursione conclusa col sinistro a giro largo di poco. Occasione mancata, occasione subita: gol dell’Inter. Facile facile, per Thuram, che non imbucava dal 16 febbraio contro la Salernitana, stesso teatro (anche ieri oltre 72mila presenti). L’azione la avvia Darmian, la rifinisce Sanchez, la chiude il francese. A ruoli invertiti la magia non riesce, perché il cileno manca l’impatto col pallone recapitatogli dal compagno di reparto. Nel frattempo Luvumbo continua a creare qualche apprensione, sguscia ancora via a Bastoni (rimediano Acerbi e Sommer), quindi a Dimarco (tiro-cross alto). Difensivamente non è la solita Inter. Lascia una voragine in mezzo in cui si inserisce Shomurodov, a cui mancano precisione e potenza nel sinistro per impattare. Barella, invece, la sfrutta ma parte in offside un attimo prima di concludere a rete di testa. È soltanto il 28’, le note sul taccuino non mancano e nemmeno l’idea a Ranieri che qualcosa non funzioni: dentro Prati per Jankto, scelta tattica che il ceco digerisce male. Le squadre si calmano, accade poco fino all’intervallo.

E per qualche tempo anche dopo, perché la palla ce l’ha sempre l’Inter e il Cagliari cerca solo di restare attaccato alla partita. Sommer e Scuffet parano quel che devono. Inzaghi si affida allora a Frattesi per Mkhitaryan, ma stavolta il cambio porta male: un minuto e Shomurodov impatta raccogliendo la sponda di Luvumbo. La sveglia accende Sanchez: inzuccata larga di poco. Quella successiva di Frattesi viene intercettata col braccio in area da Mina e il rigore è inevitabile. Scuffet tocca, non abbastanza, sulla trasformazione di Calhanoglu. Piovono cambi, Ranieri ne azzecca due: l’assist-man Lapadula e il marcatore Viola, che fulmina Sommer e al 95’ manca di testa il clamoroso 2-3.

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