Inzaghi ha fatto tredici. Bisseck ferma il Bologna, l’Inter non è solo Lautaro

Da inizio anno dieci vittorie di fila in Campionato e tre in coppa per i nerazzurri. Che lotta contro la rivelazione della Serie A: Martinez ai box, ci pensa Yann. .

di GIANMARCO MARCHINI -
10 marzo 2024
Bisseck ferma il Bologna, l’Inter non è solo Lautaro

Bisseck ferma il Bologna, l’Inter non è solo Lautaro

Simone Inzaghi non sbaglia più nulla, manco i paragoni: dopo la vittoria sul Genoa, aveva accostato la sua Inter alla Red Bull e, infatti, c’è il rischio concretissimo che, di questo passo, i nerazzurri finiscano per doppiare le rivali. A Bologna arriva la decima vittoria su dieci gare in campionato nel 2024, tredici contando anche Champions e Supercoppa. Settantacinque punti in classifica e ventitreesimo clean sheet stagionale. Gradite altro?

E dire che dall’altra parte c’erano i rossoblù di Thiago, squadra rivelazione di questo campionato, felicemente quarta e spinta da un Dall’Ara tracimante (trentamila sugli spalti). Fuori da ogni previsione, questo Bologna, ma fuori concorso questa Inter. Ha una forza scientifica, assoluta. Non mostra punti deboli, non soffre di dipendenze: ieri Lautaro si è potuto riposare in panchina per novanta minuti, lusso che non si concedeva da oltre due anni. Tutto per farlo arrivare al meglio al ritorno degli ottavi di Champions mercoledì a Madrid contro l’Atletico. Così come Acerbi, Calhanoglu e Thuram, tornati titolari, avevano necessità di mettere minuti nelle gambe per la partitissima a casa Simeone.

Ora gli incontentabili andranno a fare le pulci su un dato: zero tiri in porta nella ripresa per Sanchez e compagni. Ma è pacifico che a un certo punto i nerazzurri abbiano gestito, passando giusto un rischio (enorme), quando al 78’, su palla persa da Asslani, Zirkzee ha sparato addosso a Sommer il pallone del pareggio. Prima e dopo, i ragazzi di Inzaghi amministrano, contenendo senza affanni il Bologna, che si è presentato con un inedito Odgaard esterno, preferito a Ndoye e Orsolini, e senza Calafiori. Quello che ai rossoblù era bastato per vincere sei gara di fila, l’ultima delle quali in rimonta a Bergamo, non è stato abbastanza contro questa Inter che semplicemente è troppo per tutti.

Non è stata partita per le stelle, pioggia e pragmatismo a catinelle in campo, tanto che a deciderla è Bisseck (secondo gol in A). Il gigante tedesco firma l’uno a zero con un colpo di testa volante su cross di Bastoni al 37’ del primo tempo: uno di quei tuffi con cui sono solite aprirsi le festa in piscina. Di fatto, la vittoria di Bologna è l’ultimo timbro sullo scudetto: la Juventus è andata a letto a meno diciotto, spazio per i sogni non ci sono più. Con questa distanza siderale, l’Inter può impostare il navigatore su Madrid, dovendosi giusto preoccupare delle condizioni di Carlos Augusto, uscito all’intervallo per un affaticamento al polpaccio destro, e di Marko Arnautovic, il grande ex entrato nella ripresa e affossato non dai fischi (tanti), ma da un risentimento ai flessori della coscia destra.

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